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CLARA MOSCHINI

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Nestlé Italia: erogate 84mila ore di formazione nel 2022

Soft skills, competenze digital, salute e sicurezza sul luogo di lavoro tra i capisaldi del programma aziendale

Nel 2022 il Gruppo Nestlé in Italia ha erogato oltre 84mila ore di formazione in aula alle sue persone, coinvolgendo i dipendenti di tutte le fasce d’età e ruoli aziendali. Più della metà della formazione (51,5%) è stata dedicata a rafforzare le competenze soft, funzionali e di leadership, che variano in base alle necessità delle diverse aree di business (es. skills trasversali, specifiche funzionali, leadership, linguistiche, ecc.) con focus sull’ambito digital/innovation. Complessivamente, circa il 40% è stato invece destinato al tema Salute & Sicurezza (22,8%), un ambito su cui Nestlé pone particolare attenzione, e alla formazione aziendale di compliance, tra codice etico, diritti umani e sostenibilità ambientale (17,6%). Inoltre, il Gruppo ha scelto di porre una costante attenzione al miglioramento professionale delle persone delle fabbriche con percorsi formativi ad hoc per ogni fabbrica che mirano ad aumentare consapevolezza e competenze in ambito tecnico, digitale e su temi di sostenibilità. 

L’impegno di Nestlé per la formazione e il potenziamento delle competenze dei suoi dipendenti non si limita però soltanto ad attività organizzate all’interno dell’azienda, ma si arricchisce anche grazie alla collaborazione con altre aziende. Quest’anno è stato infatti lanciato il “Next Gen Days”, il programma dell’Advisory Board Investitori Esteri (Abie) di Confindustria che ha l’obiettivo di potenziare le skills professionali e la leadership di giovani talenti aziendali attraverso giornate di formazione e occasioni di networking con colleghi di altre imprese. Sono 18 le aziende italiane a controllo estero riunite in Abie che hanno aderito all’iniziativa, selezionando ciascuna due giovani talenti tra i propri dipendenti da coinvolgere nel progetto e impegnandosi a ospitare a rotazione le sessioni formative.Il 19 e 20 settembre è stato il turno di Nestlé, che ha accolto presso il proprio headquarter di Assago 30 ragazzi e ragazze che si sono confrontati su cosa significhi leadership oggi e quali siano le competenze chiave per diventare i leader del futuro. Le due giornate di formazione si sono concluse con una visita on-site presso lo stabilimento Nestlé di San Pellegrino (BG) per consentire ai giovani partecipanti di vedere con i propri occhi i processi industriali e tecnologici che sono alla base di un’eccellenza italiana famosa in tutto il mondo.

“La formazione e la crescita professionale delle nostre persone costituiscono il cuore della filosofia aziendale di Nestlé. Il mondo del lavoro sta cambiando velocemente e, in questo contesto, oltre alle competenze tecniche, sono le soft skills a rivestire un ruolo sempre più cruciale, quali la capacità di lavorare sia in gruppo che in autonomia, di gestire lo stress e il problem solving”, ha dichiarato Marco Travaglia, presidente e amministratore delegato del Gruppo Nestlé in Italia e Coordinatore dell’Osservatorio Abie. “Siamo convinti che il rafforzamento delle competenze interne debba però essere affiancato anche da un’apertura e da una condivisione con l’esterno, ad esempio collaborando con altre imprese, startup e università. Si tratta di un modello di business sempre più adottato dalle imprese internazionali, che si distinguono proprio per la maggiore propensione a investire nella ricerca e nella formazione, e che ci offre l’importante opportunità di mettere a disposizione dell’intero Paese competenze e conoscenze”.

Per le multinazionali il capitale umano è una leva decisiva per lo sviluppo del business e, per questo, ritengono prioritario investire sulla formazione, soprattutto dei più giovani. Questo trend trova conferma anche nel report “Le imprese estere in Italia: tra segnali di ripresa e nuovi rischi globali”, redatto dall’Osservatorio Imprese Estere di Abie e Luiss, da cui emerge che ben il 90% delle imprese a capitale estero investa sulla formazione dei propri collaboratori, percentuale che invece si ferma al 69% per quanto riguarda le altre imprese residenti sul territorio italiano. Anche se si guarda al tasso di partecipazione a questi percorsi di crescita professionale, si può notare che le imprese internazionali rappresentino una best practice, dal momento che il 63% dei loro dipendenti viene coinvolto in queste attività di formazione, dato che invece si attesta al 48% per le altre imprese. Dallo studio si rileva anche che il training erogato dalle imprese internazionali sia molto focalizzato sulle skills manageriali e gestionali, ovvero due competenze cruciali sia per la crescita professionale del singolo sia per essere preparati ad affrontare al meglio le sfide e gli scenari complessi in cui operano queste imprese.

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