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CLARA MOSCHINI

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"Destinazione bresaola" per la Giornata mondiale del panino italiano

La ricorrenza è il 21 novembre: il Consorzio Bresaola Valtellina propone 5 ricette

È una passione di tutti o quasi. Oltre il 65% gusta un panino almeno una volta a settimana e quasi 1 italiano su 2 lo sceglie in pausa pranzo, fuori casa: in tutto, il 98% degli italiani gettona quotidianamente un panino. Giusto dunque che, per omaggiare il Panino Italiano Day, il Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina proponga cinque panini protagonisti di “Destinazione Bresaola", insieme ai consigli del nutrizionista per il panino perfetto, gustoso e bilanciato. Tutto questo in occasione della festa del 21 novembre quando si celebra la Giornata Mondiale del Panino Italiano (#PaninoItalianoDay). 

Il panino all’italiana è “democratico”: pratico, facile e veloce da preparare e da mangiare, ma molto più sano del classico fast food, e soprattutto economico, comodo da portare e da gustare seduti davanti ad una scrivania, in pausa pranzo o in piedi durante una scampagnata. 

Per celebrare il Panino Italiano day, come abbiamo detto, il Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina rilancia i panini protagonisti di “Destinazione Bresaola”.

  1. Panino acqua fraggia: mozzarella di bufala, melanzane grigliate, olio EVO, origano, Bresaola della Valtellina IGP, pan focaccia;
  2. Panino marmitta: formaggio d’Alpeggio, peperoni grigliati, salsa di avocado, Bresaola della Valtellina IGP, ciabattina di pane bianco;
  3. Panino Palù: taleggio, insalatina soncino, pomodorini secchi sott’olio, bresaola della Valtellina IGP, michetta;
  4. Panino Réit: caprino di latte vaccino, zucchine grigliate, nocciole tostate, bresaola della Valtellina IGP, panino morbido;
  5. Panino Trela: Valtellina Casera giovane, insalata variegata, mela golden a fette sottili, Bresaola della Valtellina IGP, pane di segale

“Il panino come scelta per un pasto non va necessariamente demonizzato perché molto dipende dai condimenti che si utilizzano -spiega Emilio Buono, biologo nutrizionista, specializzato in ambito sportivo-. Il panino può essere una soluzione completa e nutrizionalmente bilanciata, a patto che non sia troppo calorico e non diventi un’abitudine quotidiana. È meglio optare per il pane fresco, preferibilmente integrale. Il condimento deve essere vario, quindi il consiglio è quello di alternare verdure e proteine. In questo la Bresaola della Valtellina Igp si conferma la protagonista ideale del panino. Pochi grassi, tante proteine, sali minerali, vitamine. A differenza della maggior parte degli altri salumi, la Bresaola della Valtellina ha pochissime calorie, perché viene prodotta dalla lavorazione da tagli di manzo magri”. 

Un panino di 40 grammi, accompagnato a 60 grammi di Bresaola della Valtellina Igp fornisce poco meno di 200 chilocalorie e permette di disporre del corretto apporto di proteine, ferro, zinco e vitamine del gruppo B. 

Le linee guida del nutrizionista per il panino ideale sono:

  • tra i 40 e 60 g di pane rappresentano la giusta quantità, che varia anche in base alle esigenze nutrizionali e al livello di attività fisica che si svolge;
  • le proteine sono fondamentali: 60 g di bresaola + 40 g di formaggio (a fette o spalmabile) rappresentano l’apporto di amminoacidi essenziali per la sintesi proteica;
  • tra i 100 e i 250 g danno un importante apporto di fibre e vitamine;
  • dai 10 ai 20 g di olio extravergine di oliva o di pesto forniscono il giusto apporto calorico, con la quota raccomandata di antiossidanti.

La diffusione del panino viene fatta risalire all’antica Roma con il “panis ac perna”, ossia pane con mosto e prosciutto cotto nell’acqua di fichi. A rendere famoso il panino in tutto il mondo, sarebbe stato però un conte che intorno al 1760 ne avrebbe inconsapevolmente inventato il nome. Si tratta di John Montagu IV, Conte di Sandwich, cittadina della Gran Bretagna: il politico e ammiraglio britannico era un grande amante dei giochi (soprattutto di carte). Durante le partite, per non alzarsi dal tavolo da gioco era solito chiedere al cuoco di portargli la carne tra due fette di pane, così da non essere costretto ad usare forchetta e coltello e non sporcarsi le mani. Gli altri giocatori avrebbero iniziato a copiarlo ordinando “lo stesso di Sandwich”. Sarà poi a inizio '900 Alberto Cougnet, direttore de “L’Arte Cucinaria Italiana”, a distinguere fra sandwich e panini “gravidi”, inserendo questi ultimi in un ricettario. Nella tradizione contadina, il panino principale era il pane con l’olio, con il pomodoro o con il companatico (come nel caso della Bresaola della Valtellina IGP).

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