Miele: Comagri Ue vota unanime contro le frodi
Approvate nuove norme che vietano prodotti adulterati o di origine sconosciuta
E' stata approvata all'unanimità stamattina la posizione della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo sulla Direttiva Colazione, che fissa nuove norme di denominazione di vendita e di etichettatura di determinati prodotti alimentari di largo consumo, a partire dal miele, sempre più frequentemente oggetto di frodi provenienti da Paesi extra Ue.
“Con il voto di oggi, chiediamo di aumentare la trasparenza nei confronti dei nostri consumatori e combattere ogni tipo di frode: ogni confezione di miele dovrà infatti riportare sull’etichetta, accanto al nome commerciale del prodotto, il paese di origine dove il miele è stato raccolto", commentano in una nota Paolo De Castro e Camilla Laureti, membri Pd della Commissione agricoltura del Parlamento Ue. "Non solo, se il miele proviene da più di un paese, ciascun paese in cui il miele è stato raccolto dovrà essere indicato in etichetta, in ordine decrescente e con la rispettiva percentuale nella miscela”.
Per De Castro e Laureti “gli oltre 65 mila apicoltori italiani, che lavorano ogni giorno per proteggere la biodiversità e promuovere una filiera virtuosa capace di creare valore su tutto il territorio italiano grazie ai 2 milioni di alveari presenti sul nostro territorio, saranno più protetti dalle frodi anche grazie all’istituzione di un centro europeo di analisi del miele, che dovrà migliorare i controlli e la tracciabilità, attraverso test sistematici del miele importato e miscelato”.
Dopo l’approvazione della posizione del Consiglio dei Ministri Ue, avvenuta martedì 14 novembre scorso, la parola passa ora alla Commissione Ambiente del Parlamento Ue “dove ci auguriamo che le nostre richieste possano essere accolte e rafforzate, estendendo gli obblighi di etichettatura di origine e trasparenza anche a marmellate e succhi di frutta", concludono i due europarlamentari italiani.
Sul fronte dei produttori, il presidente di Confcooperative Fedagripesca Carlo Piccinini ringrazia in modo particolare il "governo italiano" e il "sottosegretario Luigi D’Eramo, che ha sposato sin dal primo momento la nostra posizione in tema di indicazione dell’origine del miele”.
“La battaglia per un’etichettatura trasparente sul miele che contrastasse il fenomeno delle frodi con prodotti adulterati e di dubbia provenienza per la gran parte proveniente da paesi extra-Ue, è da tempo una importante priorità per il sistema cooperativo, portata avanti e difesa nei vari contesti, nazionali e comunitari. Non possiamo quindi - conclude Piccinini - che accogliere con grande soddisfazione la notizia che arriva oggi dal Parlamento europeo, che ha vietato la commercializzazione di mieli che non indichino chiaramente in etichetta non solo il paese di origine del prodotto, ma anche l’indicazione, in caso di provenienza da più paesi, della rispettiva percentuale nella miscela”.
EFA News - European Food Agency