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CLARA MOSCHINI

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L'inflazione inglese è alta? Sì, lo dice l'indice delle colazioni

Secondo il Breakfast index aumentano del 7% gli alimentari che compongono il pasto mattutino

Che l'inflazione sia alta, in Inghilterra, i sudditi di Sua Maestà se ne sono accorti semplicemente facendo la spesa. Per i più distratti, è intervenuto a dare la sveglia il Breakfast Index mensile di Bloomberg, l'indice della colazione il quale mostra che l'inflazione pesa ancora di più sugli acquirenti del Regno Unito. L'indice, infatti, prende in considerazione il fry-up, cioè il paniere degli alimenti che compongono la colazione inglese: ebbene, in questi giorni la maggior parte dei componenti del cestino del breakfast è aumentato di quasi 36 sterline (41,3 Euro) rispetto all'anno scorso. Un balzo in avanti che porta il paniere molto vicino al massimo storico.

L'indice dà un'idea dell'impatto reale dei costi alimentari sulle famiglie britanniche: utilizza le dimensioni dei prodotti fornite dall'Office for National Statistics per calcolare il prezzo di salsicce, pancetta, uova, pane, burro, pomodori, funghi, latte, tè e caffè. 

Secondo il Breakfast Index, il costo medio degli ingredienti per una colazione completa è superiore di oltre il 7% rispetto all'anno scorso: la maggior parte dei componenti di un fry-up è aumentata di prezzo a ottobre rispetto a un anno prima, mentre solo due, cioè caffè e burro, sono diventati leggermente più economici. Il prezzo delle uova è aumentato di oltre il 16% rispetto a un anno prima, mentre pane, salsicce, pancetta e bustine di tè hanno registrato aumenti a due cifre. 

Il costo totale per l'acquisto di tutti gli ingredienti è rimasto invariato a ottobre a 35,92 sterline, come dicevamo, purtroppo molto vicino al valore più alto mai registrato: ci vuole tempo prima che la riduzione dell'inflazione alimentare abbia un impatto sui panieri della spesa. 

Anche multinazionali come Nestlé e Danone hanno sottolineato le pressioni sui costi di caffè, energia e latticini. "L'inflazione non è finita -ha dichiarato il mese scorso agli analisti il direttore finanziario di Nestlé Francois-Xavier Roger-. C'è ancora un'inflazione dei salari e degli stipendi".

Due dei maggiori supermercati del Regno Unito, Tesco e J Sainsbury, hanno alzato le previsioni, segno che i consumatori potrebbero essere più resistenti del previsto. I produttori di generi alimentari affermano che stanno facendo del loro meglio per garantire ai consumatori i prezzi più bassi, soprattutto per quanto riguarda i prodotti di base, come la pasta e il formaggio, mentre si destreggiano con i costi aziendali più elevati. "Nel settore c'è una forte pressione inflazionistica che non si esaurirà: il costo del lavoro è in forte aumento, il costo dell'energia è in forte aumento", sottolinea Simon Roberts, amministratore delegato di Sainsbury.

La cosa ha turbato anche il flemmatico primo ministro Rishi Sunak il quale ha dichiarato di aver vinto la battaglia del Regno Unito per dimezzare l'inflazione: nonostante le sue rassicurazioni rimangono troppe, però, le famiglie che continuano a sentire il peso dell'inflazione, comprese quelle che cercano di risollevarsi il morale con una tradizionale colazione all'inglese.

Gli ultimi dati dell'indice dei prezzi al consumo dell'Ons, l'Office for national statistics, hanno mostrato che il ritmo dell'inflazione alimentare è rallentato al 10,1% in ottobre dal 12,3% del mese precedente. Il dato più ampio sull'inflazione nel Regno Unito è sceso al 4,6%, il più basso degli ultimi due anni, il che significa che Sunak ha raggiunto uno dei suoi principali impegni in vista delle elezioni generali previste per l'anno prossimo.

Lo stato d'animo dei consumatori, però, non è così esaltante. Il reddito disponibile per la famiglia media è sceso del 10% rispetto a due anni fa, ha dichiarato proprio questa settimana Asda, la catena britannica di supermercati che fa parte del gruppo usa Walmart e conta 175mila dipendenti. Secondo Kpmg, invece, più di un terzo degli acquirenti sta pianificando di spendere meno per i regali questo Natale e sta aumentando il ricorso ai finanziamenti buy-now-pay-later, compra ora e paga più tardi.

"I consumatori non sono ancora fuori pericolo -sottolinea Lisa Hooker, leader del settore dei mercati al consumo presso PricewaterhouseCoopers-. La ripresa del sentiment dei consumatori che abbiamo visto all'inizio dell'anno si è appiattita durante l'estate e sta invertendo la rotta un po' in tutti i gruppi demografici, tranne quelli più anziani e più abbienti".

"Con l'avvicinarsi del Natale, questa realtà diventerà sempre più desolante per coloro che stanno già lottando per arrivare a fine mese -sottolinea Rocio Concha, direttore delle politiche e dell'advocacy di Which-. I supermercati dovrebbero rifornirsi di articoli economici nei loro minimarket e nei negozi più grandi".



Questo articolo è stato prodotto con l'assistenza di Bloomberg Automation.

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EFA News - European Food Agency
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