Consumatori e Fipe contro il Governo sul bonus ristoranti 2024
Suscita critiche la misura che il Mimit starebbe studiando per le feste natalizie
"Il Governo, a cui non manca la fantasia, farebbe meglio a occuparsi di cose serie e non di provvedimenti spot per spese non obbligate". La frase decisamente tranchant è di Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori che si scaglia contro l'iniziativa che sarebbe allo studio del Mimit, il ministero delle imprese e del made in Italy: menù a prezzi calmierati nei ristoranti, per portarvi le famiglie numerose. Una misura che è già stata ribattezzata Bonus ristoranti 2024.
"Il Governo -ribadisce Dona criticando l'iniziativa ipotizzata- dovrebbe preoccuparsi del fallimento del trimestre anti-Inflazione e del fatto che a ottobre l’olio di oliva è rincarato in un solo mese del 5,9%, il pane fresco non ha invertito la sua corsa, salendo dello 0,2% su settembre 2023 e del +4,8% su ottobre 2022. Oppure farebbe bene ad aiutare i 2,18 milioni di famiglie in povertà assoluta che al ristorante non ci possono certo andare, sconti o non sconti". L'iniziativa tanto vituperata si chiama “Aggiungi un posto a tavola che c’è un bambino in più” ed è allo studio del ministero. Secondo le prime indiscrezioni, si sono svolti i primi incontri al ministero con le associazione delle imprese della ristorazione e delle famiglie per scrivere un protocollo come quello del carrello anti-inflazione sui beni di prima necessità.
La misura prevedrebbe menù bambini a meno di 10 Euro, piatti del territorio a prezzi calmierati o altri menù a prezzi scontati. L’obiettivo sarebbe quello di portare al ristorante le famiglie numerose, con un’iniziativa da annunciare i primi giorni di dicembre e da far partire all’inizio del 2024 almeno per i primi quattro mesi dell’anno.
Come che sia il Bonus Ristoranti sembra essere comunque di difficile attuazione, Lo sostiene anche la Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi. "Questa iniziativa -spiega il presidente Lino Erico Stoppani- si scontra con difficoltà operative, dal momento che, una volta raggiunto l'accordo con le associazioni, è necessario implementarlo sulle imprese e sui territori. Un menù a 10 Euro potrebbe risultare eccessivo nelle catene della ristorazione commerciale e troppo contenuto nei ristoranti stellati".
"Al di là di queste considerazioni -aggiunge Stoppani- i ristoranti stellati, noti per offrire menu degustazione con costi tra i 100 e i 200 euro a persona, non rappresentano l'ambiente idoneo per politiche antinflazionistiche né per il pubblico più giovane. Chi è disposto a investire cifre considerevoli per l'esperienza culinaria di alta qualità difficilmente si avvantaggerebbe da sconti dedicati ai bambini. Il focus dovrebbe piuttosto concentrarsi sulla ristorazione di fascia media, che coinvolge il pubblico delle famiglie e rappresenta l'habitat ideale per un'iniziativa di questo genere".
EFA News - European Food Agency