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CLARA MOSCHINI

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Il packaging di Pro-Gest è in difficoltà

I primi nove mesi 2023 registrano una perdita di 20,4 milioni di Euro contro l'utile di 22 milioni dell'anno scorso

Il settore del packaging è in continuo fermento ma non tutte le società legate la business procedono al meglio. Un esempio nostrano è Pro-Gest, azienda di Ospedaletto d'Istrana, in provincia di Treviso che produce carta riciclata e packaging alimentare. Dopo un 2022 chiuso con un utile di 11,6 milioni di Euro e ricavi per 732,5 milioni, gli ultimi numeri resi noti quest'anno, quelli relativi ai primi nove mesi del 2023 mostrano problemi che hanno iniziato a emergere già alla fine del 2022. 

La società, infatti, ha chiuso i primi nove mesi del 2023 con una perdita di 20,4 milioni di Euro contro un utile di 22 milioni nello stesso periodo dell'anno scorso. I ricavi sono scesi a 379,6 milioni di euro, in calo di oltre il 36%rispetto a un anno fa: l'indebitamento finanziario netto cresce da 504 milioni di un anno fa a 550 milioni di Euro, 471 milioni per obbligazioni emesse e quasi 95 milioni sono debiti verso le banche. 

Uno scenario complesso, che sta facendo pensare addirittura alla cessione di alcuni asset pur di rientrare nei conti. L'azienda, infatti, è uno dei leader nella produzione e fornitura di carta, cartoni e prodotti per imballaggio in cartone ondulato ma è anche una galassia di 28 siti produttivi in sette regioni italiane e dà lavoro a circa 1.100 persone.

Per frenare la discesa, il gruppo trevigiano ha anche messo in atto delle fermate produttive nel corso degli ultimi mesi: fermi "saltuari e di pochi giorni", secondo l'azienda, dovuti alla riduzione degli ordini per il progressivo rallentamento dell’economia nazionale, ma anche "dalla volontà del management di non inseguire a tutti i costi delle quote di mercato con valori aggiunti troppo bassi rispetto alla redditività che ha sempre caratterizzato gli anni precedenti".

Il fatto è che lo scenario risulta complesso soprattutto dal punto di vista finanziario. L’indebitamento finanziario netto, come abbiamo detto, è salito a 550,2 milioni di Euro, 46,12 milioni in più rispetto a un anno prima. Un aumento, sottolinea l'azienda in un comunicato, dovuto "principalmente all’assorbimento del capitale circolante collegato all’andamento dei volumi di vendita dei prodotti finiti, agli investimenti e agli oneri finanziari".

Non a caso, qualche settimana fa perfino l'agenzia di rating Moody’s ha considerato la situazione di Pro-Gest abbassando il long term corporate family rating (Cfr) a “Caa2” da “Caa1” e modificando l’outlook a “negativo” da “stabile”. I motivi del downgrade sono da ricercare soprattutto nella prossima scadenza (dicembre 2024) del bond senior non garantito da 250 milioni di Euro. In questo senso Moody’s evidenzia che la società ha continuato a consumare liquidità e, a giugno 2023, il saldo di cassa è sceso a 49 milioni, calo significativo rispetto ai 154 milioni in bilancio a fine 2021.

Pro-Gest, ora, spera nei segnali incoraggianti di inversione di tendenza del mercato registrati da novembre e soprattutto da questo dicembre, con la domanda in ripartenza a titolo definitivo e non semplicemente stagionale e volumi di vendita cresciuti di circa il 20% con prospettiva di poter aumentare anche i prezzi. Se tutto questo si consolida potrebbe dare ossigeno alle casse. Altrimenti si fa durissima. 

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