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CLARA MOSCHINI

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Quattro comuni veneti dichiarano guerra alle galline

Vigonovo e altre amministrazioni dicono no a un allevamento intensivo

Le amministrazioni comunali di quattro comuni si schierano apertamente contro la realizzazione di una struttura agricolo-produttiva per l’allevamento di galline ovaiole nel territorio di Vigonovo, in provincia di Venezia. L'allevamento doveva sorgere in campagna, al confine con altri tre paesi, due veneziani e due padovani: il luogo prescelto per l’attività agricolo-produttiva, infatti, è ubicato a sud-est del territorio comunale di Vigonovo, vicino ai confini dei due paesi padovani di Sant’Angelo di Piove di Sacco e Saonara e marginalmente anche di Fossò.

Lo riporta Il Gazzettino, specificando che la decisione è arrivata durante un incontro pubblico svoltosi presso la sala polivalente della frazione Celeseo di Sant’Angelo di Piove (Pd), dove si sono date appuntamento una settantina di persone. Alla riunione erano presenti anche il sindaco di Vigonovo, Luca Martello assieme all’assessore ed ex sindaco Andrea Danieletto che per primo ha seguito la vicenda. Si perché la storia, in realtà, va avanti da diversi anni: quello che è successo l'altra sera è che, dopo traccheggiamenti e procrastinamenti, adesso tutti sembrano essere palesemente contrari. 

Dopo il diniego da parte del Comune di Vigonovo che aveva negato il rilascio dell’autorizzazione “di una struttura agricola produttiva per allevamento di galline ovaiole con il recupero di un magazzino già esistente”, l’azienda padovana che vorrebbe costruire l'allevamento aveva presentato ricorso al Tar del Veneto. 

A giugno scorso anche il Tribunale amministrativo del Veneto ha detto no, adducendo motivi di sicurezza idraulica: il progetto edilizio presentato, infatti, secondo i giudici non rispetta la quota del piano campagna, anche se solo per qualche decina di centimetri. Contro la sentenza l’azienda padovana ha presentato ricorso al Consiglio di Stato.

Adesso contro si schiera anche la cittadinanza. Secondo il comitato “No all’allevamento di polli”, composto da circa 300 persone, “il numero di galline ovaiole presunte all’interno della struttura non sarebbero le 6 mila dichiarate dall’azienda padovana, bensì 30/40 mila”. L’allevamento intensivo, secondo il comitato, metterebbe inoltre "a rischio la salute di migliaia di cittadini residenti in un territorio periferico composto da ben quattro comuni in quanto produrrebbe cattivi odori, rumori, polveri nonché rifiuti liquidi e solidi”. 

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