Granchio blu. Il dramma delle vongole: zero vendite a Natale
EFA News ha intervistato alcuni rappresentanti di pesca e acquacoltrura delle zone colpite dall'invasione
"Siamo a remengo". Inutile tradurre lo sfogo amaro che apre la telefonata con Vadis Paesanti, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia-Romagna e responsabile settore Pesca e acquacoltura. Lui conosce bene la situazione che sta vivendo il settore soprattutto in Emilia Romagna, con la zona del ferrarese in ginocchio, come quella di Scardovari in Veneto. Tutte zone nelle quali il granchio blu ha fatto strage: un dramma che adesso fa i conti col Natale e, soprattutto, col Capodanno alle porte.
"Durante l'anno i due periodi migliori che abbiamo sono Natale e Ferragosto -spiega Paesanti-. Le due settimane clou sono quelle a cavallo tra 14/15/16 agosto e i 20 giorni tra Natale e Epifania. Quest'anno, non avendo prodotto, i giorni, purtroppo, rimarranno i migliori, ma sulle tavole degli italiani andranno altri prodotti: della nostra vongola ci sarà ben poco. O nulla".
Più preciso, se vogliamo dire così, è Luigino Marchesini, presidente del Consorzio pescatori di Scardovari, una delle zone maggiormente votate alla coltivazione delle vongole. "La situazione è drammatica -dice-. Vengono pescati 10 quintali di vongole al giorno a differenza dell'anno scorso che venivano pescati 800 e anche 1.000 quintali giornalieri. Perdita? Il 90% ormai è andato".
A questo punto le speranze sono tutte appese a un filo che porta a Roma, più precisamente al ministero dell'Agricoltura guidato da Francesco Lollobrigida. "Stiamo aspettando -dice Marchesini- che il ministero senta la Commissione europea per capire se è possibile dichiarare lo stato di calamità, come abbiamo chiesto a gran voce anche pochi giorni fa (leggi EFA News). Sappiamo che emissari del ministero sono andati a Bruxelles in commissione, però ancora non conosciamo gli esiti degli incontri, se ci sono stati. Tra questa settimana e la prossima chiederemo di trovarci con i rappresentanti del ministero per fare il punto della situazione e capire come è andata e cosa stanno facendo".
"Si dice che si stia muovendo qualcosa ma ad oggi non sappiamo nulla -aggiunge laconico Paesanti-. Nonostante gli impegni su quei primi 2,9 milioni di Euro dal Masaf (leggi EFA News) e sui 10 milioni, sempre del Masaf, del bando che è ancora aperto (leggi EFA News), nonostante i ristori sulle semine divorate dal granchio, l'acquisto di semi nel 2022 e nel 2023 e nonostante gli altri probabili altri ristori, di fatto non sappiamo niente di niente".
"Soprattutto -conclude Paesanti- non sappiamo se il Governo ha intenzione di rimettere fondi in un cassetto/ì, o meglio in un capitolo di spesa, che lo Stato potrebbe attivare tramite l'articolo 14 del decreto legislativo 154 del 2004 sulle calamità del mondo della pesca e dell'acquacoltura. In sostanza, se è vero che la manovra va chiusa entro venerdì, giusto in questi giorni dovremmo sapere sapere qualcosa. Forse".
EFA News - European Food Agency