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CLARA MOSCHINI

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TamponTax. Coop: "Iva al 10% un passo indietro"

La petizione per il dimezzamento, promossa assieme a Onda Rosa, ha superato le 700mila firme

Coop sugli assorbenti a marchio dimostra che l’Iva al 5% è possibile e mette sugli scaffali a partire dal 1° gennaio le proprie linee assorbendo l’aumento dell’Iva fino a fine aprile 2024 con l’obiettivo di non scaricarlo sulle consumatrici. 

Un passo indietro che discrimina le donne e pregiudica una vittoria conseguita appena un anno fa, a seguito di una mobilitazione collettiva nelle piazze, nella rete vendita Coop e on line sulla piattaforma Change.org.

Partita da Onde Rosa, un collettivo di giovani donne, ripresa e sostenuta da Coop, la petizione Stop Tampon Tax è stata tra le più firmate della storia della piattaforma Change in Italia e ha raggiunto 683.000 firme digitali (a cui si aggiungono le 80.000 raccolte nei banchetti presso i punti vendita Coop) prima della chiusura annunciata un anno fa a seguito dell’esito positivo raggiunto. Ovvero l’abbassamento dell’Iva sugli assorbenti femminili dal 22% di Iva (l’Iva dei prodotti di lusso) a un più equo 5% realizzato dal Governo Meloni, in linea con altri Paesi europei, a parte eccezioni ben più virtuose come la Spagna.

Con la Legge di Bilancio per il 2024 varata dal Governo Meloni però le cose cambiano nuovamente e l’Iva ritorna al 10% sia sugli assorbenti femminili che anche su altre voci di spesa che gravano sulle donne e le famiglie (pannolini per neonati, latte in polvere etc). Da qui la decisione presa da Coop e Onde Rosa ovvero gli stessi soggetti da cui era stata avviata e sostenuta la prima mobilitazione di riattivare la petizione, rimettere il tema all’attenzione dell’opinione pubblica, riavviare la raccolta. Obiettivo raggiungere 1 milione di firme con lo slogan “Il ciclo è ANCORA un lusso!”.

Coop da parte sua aggiunge un ulteriore elemento di concretezza e dimostra con i propri assorbenti a marchio che abbassare l’Iva al 5% è possibile e lo fa mettendo sui suoi scaffali a partire dal 1° gennaio 2024 le proprie linee assorbendo l’aumento dell’Iva fino a fine aprile 2024 con l’obiettivo di non scaricarlo sulle consumatrici (operazione prevista fino al 30 aprile 2024). 

Unanimi le reazioni. “Così come avevamo riconosciuto pubblicamente esattamente un anno fa la bontà della decisione presa allora dal Governo Meloni di abbassare l’Iva sugli assorbenti mettendo fine a una ingiustizia palese, analogamente oggi con il rialzo dell’Iva al 10% non possiamo non prendere una posizione - ammette Maura Latini, presidente Coop Italia -. Già a ottobre 2023 quando si paventava una simile possibilità abbiamo rivolto un appello pubblico per invitare il Governo e il Parlamento a tornare indietro su ciò che non è solo un tema economico. Ora riavviamo la mobilitazione e dimostriamo con l’azione sui nostri prodotti che abbassare l’Iva è possibile e necessario e che, se si tratta, come è stato detto, di un’azione inefficace perché da solo l’abbassamento non ha fatto diminuire i prezzi allora si ha a che fare con speculazioni che devono essere controllate e se del caso punite, ma non cancellando i giusti provvedimenti presi”.

“Quello a cui stiamo assistendo è un grave passo indietro per le donne e per la società tutta – conferma Onde Rosa – Intorno al tema della Tampon Tax in questi anni abbiamo visto crescere ed affermarsi un movimento dal basso che chiedeva solo una cosa: che il ciclo mestruale non fosse più considerato un lusso, rivedendo le tassazioni Iva dei necessari prodotti igienico-sanitari. Questo dietrofront oltre ad essere clamoroso è profondamente ingiusto: grazie all’azione di questo Governo, stando ai fatti, il ciclo mestruale torna ad essere un lusso. Da parte nostra resta l’indignazione e la promessa a nuove mobilitazioni”.

“La petizione Change.org/StopTamponTax, frutto dell’unione di 3 raccolte firme portate avanti su Change.org da Onde Rosa, Chiara Capraro e Giovanna Luppino, ha rappresentato la più grande mobilitazione di sempre per i diritti delle donne sulla piattaforma in Italia e la seconda più grande vittoria nella storia di Change.org nel Paese. L’enormità delle adesioni che la campagna ha registrato in Italia dal 2018 a oggi ha progressivamente spinto la politica a interessarsi al tema, come avvenuto con analoghe petizioni lanciate sulla piattaforma in altri Paesi, dove le petizioni online sono riuscite ad ottenere l’abbassamento dell’Iva su questi prodotti (ad esempio in Germania) o addirittura il suo annullamento (come in Gran Bretagna) in maniera stabile e definitiva. Grazie a chi ha firmato, la campagna Stop Tampon Tax è passata da essere un argomento di nicchia a uno mainstream in Italia. Per gli utenti italiani di Change.org, che sono circa 11 milioni, è una battaglia di civiltà che interessa non solo le donne ma tutte le famiglie; è una questione di giustizia economica e sociale rispetto alla quale, secondo centinaia di migliaia di persone, non si può tornare indietro”, conclude Fiamma Goretti, Referente per l’Italia di Change.org.

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