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CLARA MOSCHINI

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I consumatori Usa denunciano: troppa plastica nei cibi

Consumer Reports evidenzia presenza di ftalati e bisfenolo in alimenti da supermercato: chiesto l'intervento della Fda

Presenza "diffusa" della plastica negli alimenti nonostante i rischi per la salute. È questa l'allarmante presa di posizione che arriva dagli Stati Uniti ed è resa nota da Consumer Reports, rivista statunitense pubblicata dal 1936 da Consumers Union, un'organizzazione dedicata a test sui prodotti, ricerca e consigli orientati verso il consumatore. La rivista e il gruppo di consumatori associati che le ruota attorno, ha invitato le autorità di regolamentazione a rivalutare la sicurezza della plastica che entra in contatto con gli alimenti durante la produzione.

Secondo il report, 84 degli 85 alimenti da supermercato e fast food recentemente testati contenevano "plastificanti" noti come ftalati, una sostanza chimica utilizzata per rendere la plastica più resistente. Inoltre, il 79% dei campioni di cibo esaminati conteneva bisfenolo A (BPA), un'altra sostanza chimica presente nella plastica, e altri bisfenoli, anche se i livelli erano inferiori rispetto ai test effettuati nel 2009.

Tra gli alimenti da supermercato testati, i ravioli al formaggio biologici di Annie's contenevano il maggior numero di ftalati in nanogrammi per porzione, 53.579, seguiti dalle pesche a fette Del Monte e dal salmone rosa Chicken of the Sea. Livelli elevati di ftalati sono stati riscontrati anche in prodotti come Cheerios, alimenti per l'infanzia Gerber e yogurt Yoplait, oltre a diversi hamburger, nuggets e patatine fritte di Wendy's, Burger King e McDonald's. Consumer Reports ha anche riscontrato variazioni tra prodotti simili: i 33.980 ftalati in nanogrammi per porzione delle crocchette di pollo croccanti di Wendy's, ad esempio, erano più di quattro volte il livello delle crocchette di pollo di McDonald's. Il seltz Polar al lampone e lime è stato l'unico prodotto testato a non contenere ftalati.

Gli ftalati e i bisfenoli possono alterare la produzione e la regolazione degli estrogeni e di altri ormoni, aumentando potenzialmente il rischio di difetti alla nascita, cancro, diabete, infertilità, disturbi dello sviluppo neurologico, obesità e altri problemi di salute.

Consumer Reports ha dichiarato che nessuno dei livelli di ftalati riscontrati superava i limiti stabiliti dalle autorità di regolamentazione statunitensi ed europee, affermando inoltre che, d'altro canto, non esiste un livello di ftalati che gli scienziati confermino essere sicuro: questo, dicono, non garantisce la sicurezza degli alimenti che si mangiano.

Il gruppo di consumo ha dichiarato che "è attesa da tempo e si rivela essenziale" una rivalutazione dei rischi dei plastificanti da parte della Food and Drug Administration statunitense e di altre agenzie.

In risposta alle accuse mosse, Chicken of the Sea e Del Monte hanno dichiarato di non aggiungere ftalati ai loro alimenti e di ricevere garanzie simili dai loro fornitori. Del Monte ha anche affermato che gli ftalati sono "molto diffusi nell'ambiente". A loro volta, Gerber e McDonald's hanno dichiarato di seguire i requisiti normativi e di richiedere test rigorosi per le sostanze chimiche presenti negli imballaggi.


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EFA News - European Food Agency
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