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CLARA MOSCHINI

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Le etichette inglesi "devono favorire" i prodotti locali

Annuncio del Dipartimento Agricoltura: aumentare la trasparenza nell'etichettatura degli alimentari

La guerra delle etichette si combatte senza esclusione di colpi in tutta Europa. La conferma arriva da Londra dove il governo britannico ha annunciato piani per aumentare la trasparenza nell'etichettatura dei prodotti alimentari per "garantire che il cibo britannico di alta qualità si distingua dalla massa". I piani includono proposte per rendere più chiara l'etichettatura degli alimenti evidenziando, ad esempio, "quando i prodotti importati non rispettano gli standard di benessere del Regno Unito". 

La proposte annunciate oggi in occasione di una conferenza a Oxford dal segretario di Stato all'Ambiente Steve Barclay, mirano a "mettere i consumatori in condizione di prendere decisioni informate sugli scaffali dei supermercati e online, sostenendo al contempo gli agricoltori britannici che producono alimenti secondo standard di gusto, qualità e benessere animale leader a livello mondiale".

Barclay parlerà anche con i principali rivenditori online per individuare i modi per aiutare meglio i clienti a capire l'origine dei loro prodotti alimentari al momento dell'acquisto, compresa l'opzione di un "pulsante buy British". Il Defra, ossia il Dipartimento governativo per l'Ambiente, l'alimentazione e gli affari rurali spiega di voler garantire che gli allevatori britannici che seguono "elevati standard di benessere" siano ricompensati in modo equo, assicurando "che gli alimenti britannici di alta qualità si distinguano dalla massa".

"Gli agricoltori britannici -aggiunge Barclay- sono orgogliosi di produrre alimenti che soddisfano, e spesso superano, i nostri standard ambientali e di benessere animale, leader a livello mondiale. I consumatori britannici vogliono acquistare questi alimenti di alta qualità, ma troppo spesso i prodotti fabbricati all'estero secondo standard inferiori non sono chiaramente etichettati per differenziarli".

"Per questo -prosegue il ministro inglese- sono orgoglioso di annunciare che ci consulteremo su un'etichettatura più chiara degli alimenti, in modo da poter affrontare l'iniquità creata da un'etichettatura fuorviante e proteggere agricoltori e consumatori".

Non tutti sono entusiarti della decisione. Sulla questione è intervenuto in maniera critica Clive Black, direttore della società di investimenti britannica Shore Capital. "Il fatto che il Dipartimento dell'Agricoltura mostri un certo interesse per gli interessi economici dell'agricoltura britannica è un cambiamento gradito -dice-. Vediamo, però, cosa emergerà, ma un modo concreto per aiutare il sistema alimentare britannico, in particolare l'agricoltura, sarebbe quello di imporre che tutti gli appalti pubblici centrali e locali diano priorità all'acquisto di prodotti britannici e che non sia consentito acquistare carne, ad esempio, che non sia conforme alle norme britanniche sul benessere. E queste idee non sono ancora emerse".

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EFA News - European Food Agency
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