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CLARA MOSCHINI

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Electrolux, la scure svedese si abbatte sull'Europa (e sull'Italia)

Se ne parlerà al prossimo incontro manager-sindacati il 17 gennaio: 3.000 esuberi, 400 solo in Italia

È allarme da parte dei sindacati sui tagli di Electrolux. Al momento non ci sono ancora cifre precise, ma si parla di 70 dipendenti a rischio a Susegana (Treviso) e di 200 eccedenza a Porcia (Pordenone) tra impiegati e indiretti. In tutto più o meno 400 esuberi che non riguarderebbero addetti alla produzione. Nessuna conferma, però, arriva dalla multinazionale Electrolux, soprattutto sul fatto, molto preoccupante, che secondo alcune indiscrezioni, dei 3.000 posti di lavoro eccedenti, ben 1.700 sono in Europa, 400 dei quali in Italia.

La scure di Electrolux, insomma, questa volta si abbatte più pesantemente sull’Europa rispetto agli Stati Uniti. Nulla si sa, però, della quota-parte di eccedenze per ogni singolo stabilimento: se ne saprà qualcosa di più, probabilmente, all’incontro tra l’azienda e il coordinamento sindacale anticipato dal 18 al 17 gennaio. Le ipotesi confermerebbero 200 esuberi a Porcia, che ospita l'headquarters di Electrolux in Italia, circa 70 a Susegana e poi gli altri, tra Forlì e la lombarda Solaro. Si tratterebbe di personale che viene definito “indiretto di produzione”, quindi sarebbero prevalentemente impiegati, come anticipato a inizio dicembre (leggi EFA News).

Peraltro la riorganizzazione annunciata pochi mesi fa punta a una semplificazione dell’organizzazione riducendo a due le linee di prodotto, a tre le aree di business regionali e a quattro le funzioni globali, il che lascia intuire come il riassetto investirà da subito le aree dirigenziali. Da questa operazione, che prevede anche ulteriori misure di riduzione dei costi ufficializzata a fine ottobre, Electrolux conta di realizzare oltre 10 miliardi di corone svedesi quasi 890 milioni di Euro) di risparmi nel 2024 (leggi EFA News).

Al riassetto sono legati i 3 mila esuberi dei quali, come detto, oltre la metà si concentreranno in Europa e, pare, per la prima volta investiranno anche la Polonia, che per Electrolux vale in termini di addetti, tanto quanto l’Italia, oltre a Germania, Svezia, Ungheria dove il gruppo ha ceduto, lo scorso settembre, lo stabilimento specializzato nella produzione di frigoriferi di Nyíregyháza (leggi EFA News). Sempre con l’obiettivo di ridurre i costi e tornare a una marginalità del 6% annuo il gruppo ha anche deciso di cedere le attività produttive in Egitto e Sud Africa e alcuni marchi storici come Zanussi e Zoppas (leggi EFA News).

Una ristrutturazione, quest'ultima, che dovrebbe coinvolgere maggiormente i “colletti bianchi” e potrebbe impattare di più su Porcia che continua a soffrire, insieme a Forlì e Solaro, anche per l’asfittica domanda di mercato che condiziona i volumi, molto al di sotto dei 750 mila pezzi/anno che erano l’obiettivo dell’accordo del 2014. Porcia riavvia oggi 8 gennaio la produzione, dopo lo stop legato alle festività, con orario ridotto a 6 ore, più due coperte dai contratti di solidarietà. 

L’attenzione si appunta sul prossimo incontro azienda-sindacati per i dettagli sulle eccedenze e per un approfondimento sui singoli stabilimenti, sugli step del piano di investimenti e sugli obiettivi per il 2024. Tema caldo sarà lo stabilimento lombardo di Solaro, oggetto di un piano di investimenti da oltre 100 milioni di Euro con annesso incremento del gettito produttivo a fronte, però, di volumi che non aumentano, tanto che anche in quello stabilimento si fa ricorso alla cassa integrazione. L’azienda chiede ora l’aumento del gettito, cosa che si scontra con il ricorso agli ammortizzatori.

Tra i siti il trend migliore è appannaggio di Susegana, che nell’accordo sulle ferie ha inserito la postilla sui possibili sabato di straordinario, anche se i volumi stimati in 605 mila frigoriferi da produrre nel ’24 sono lontani dall’obiettivo dei 750 mila. 

Lo stabilimento di lavatrici di Porcia conta su 1.600 dipendenti: metà sono di area impiegatizia, ricerca & sviluppo, servizi. La fabbrica di frigo di Susegana, invece, ha 1.300 dipendenti: poco più di 300 non sono direttamente produttivi. Nel sito trevigiano non sono previsti giorni di cassa integrazione anzi, la fabbrica si prepara a qualche sabato di straordinario. A Porcia, invece, il personale sarà in contratto di solidarietà fino a fine maggio per 2 ore al giorno, per cui ne lavorerà 6.

"Siamo preoccupati, questo è indubbio -spiega Gianni Piccinin, segretario della Fim Cisl riportato Nordest Economia-. Perché è vero che a Porcia Electrolux sta investendo 100 milioni, 110 a Susegana, poco di meno a Solaro, quindi va a consolidare questi presidi. Ma è anche vero che si susseguono le dismissioni in giro per il mondo e che Porcia ormai dipende dalla Polonia, dove si svolge analoga produzione. E che non sappiamo quanto Stoccolma trovi conveniente produrre da noi l’alto di gamma".

"Se perdiamo la ricerca & sviluppo -aggiunge Walter Zoccolan, delegato Fiom Cgil della Rsu- dipenderemo da centri decisionali chissà dove collocati e diventeremo irrilevanti. Questa è la prima nostra preoccupazione. È il guaio che abbiamo già sperimentato al tempo in cui avevamo perso il controllo della catena delle forniture". Secondo Zoccolan, il pericolo è tanto più incombente "perché l’elettrodomestico, la lavatrice e il frigo, stanno diventando un prodotto maturo". 

Stessa musica secondo Augustin Breda, delegato Fiom delle Rsu a Susegana. "Nel comparto tecnico impiegatizio -dice- molto dipenderà dai criteri degli eventuali accordi sulla gestione esuberi. Il fenomeno costante di dimissioni (turn over) ben presente anche a Susegana, tanto più se incentivato e senza barriere anagrafiche, può risolvere nell'immediato il problema d'impatto sociale. Serve molta attenzione sindacale sugli impianti complessivi che gli accordi possono produrre".

Sulla questione si sta muovendo anche il segretario del Pd provinciale di Pordenone, Fausto Tomasello, che si è rivolto al ministro dei Rapporti con il parlamento Luca Ciriani, chiedendogli di "esercitare il suo ruolo assumendosi onere e responsabilità di trasmettere questa urgenza al governo e segnatamente al ministero competente". Tomasello sottolinea la delusione per la "mancanza di incentivi nella manovra finanziaria per il 2024 per sostenere la produzione e rilanciare il settore del bianco" e rileva "con estremo rammarico il perdurare di un silenzio dei rappresentanti politici di maggioranza del territorio pordenonese".

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EFA News - European Food Agency
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