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CLARA MOSCHINI

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Corea del Sud mette al bando la carne di cane

Parlamento vieta macellazione e vendita. Divieto a regime entro il 2027, con ristori per i produttori

Per la Corea del Sud è una svolta storica. La macellazione dei cani e la vendita della loro carne diventano un reato. Una vittoria per gli animalisti, dopo mesi di campagna a tamburo battente (leggi notizia EFA News). L'Assemblea nazionale ha approvato all'unanimità (208 voti favorevoli e zero contrari) la nuova legge che entrerà in vigore dopo un periodo di transizione di tre anni. Allevamento, vendita e macellazione dei cani saranno punibili fino a tre anni di carcere o sanzionati con una multa di 30 milioni di won (circa 21.000 euro).

La tradizione della carne di cane come pasto, diffusa anche in Paesi limitrofi, dalla Cina al Vietnam, era radicata da secoli in Corea del Sud ma, negli ultimi anni, con la diffusione di una mentalità animalista, il fenomeno si è drasticamente ridimensionato e, in particolare tra i giovani, questa pratica è ormai in disuso.

Se, però, la macellazione e la vendita diventeranno un reato, non sarà sanzionabile il consumo della carne di cane. La nuova legislazione entrerà in vigore tra tre anni, dando ai macellatori e ai ristoratori il tempo di trovare fonti alternative di lavoro e reddito. Costoro dovranno presentare alle autorità locali un piano per eliminare gradualmente le loro attività. Il governo ha promesso sussidi agli allevatori di cane da macello, a mo' di "scivolo" nella prospettiva della chiusura della loro attività. L'entità dei risarcimenti, tuttavia, è ancora da definire.

Secondo statistiche governative, nel 2023 la Corea del Sud contava circa 1.600 ristoranti di carne di cane e 1.150 allevamenti di cani. Lo stufato di carne di cane, denominato "boshintang", è considerato una prelibatezza tra alcuni sudcoreani più anziani, ma come accennato la carne non è più apprezzata dai giovani.

Secondo un sondaggio Gallup dello scorso anno, solo l’8% delle persone ha affermato di aver mangiato carne di cane negli ultimi 12 mesi, facendo segnare un calo rispetto al 27% del 2015. Meno di un quinto degli intervistati, infine, ha affermato di sostenere il consumo di questo tipo di carne.

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EFA News - European Food Agency
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