Protesta agricoltori anche in Italia: da nord a sud, gli stessi disagi e le stesse rivendicazioni
Rincari, cibo sintetico, limitazioni nella coltivazione: ecco a cosa dicono "no" i produttori italiani
In ogni angolo d'Italia, i trattori lasciano i campi per addensarsi nelle piazze delle più importanti città italiane. Dopo aver preso forma in Germania nei primissimi giorni dell'anno (leggi notizia EFA News), la protesta del settore primario si è rapidamente estesa alla Francia e a pressoché tutto il resto dell'Unione Europea. I motivi sono ormai noti: rincaro dei carburanti, danni da maltempo o da fitopatie mai risarciti (o ristorati solo in parte), concorrenza di Paesi extraeuropei, no al cibo sintetico o a base di insetti.
L'Abruzzo è una delle regioni dove l'agricoltura è più in crisi. A Pescara, Danilo Calvani, ex leader del Movimento 9 dicembre-Forconi, ora a capo degli Agricoltori Traditi, dichiara: "Siamo al disastro, tasse, accordi internazionali anche bilaterali con Paesi che permettono di portare qui merci a pezzi stracciati, ci stanno uccidendo e non abbiamo più rappresentanze sindacali". Calvani aggiunge: "Le grandi confederazioni agricole ci hanno tradito". Secondo il leader degli Agricoltori Traditi, "anche i consumatori avranno un danno, perché non mangeranno prodotti italiani. Siamo allo stremo: si rischia una gravissima crisi alimentare a meno che non cominceremo a mangiare cavallette, vermi e carne sintetica".
In un'altra regione a fortissima vocazione agricola come la Puglia, la protesta si innesta in un tema specifico come l'abolizione delle monocolture, per cui gli agricoltori saranno costretti a coltivare metà del grano. "La nostra organizzazione ha la responsabilità di tenere alta l’attenzione sulle questioni che riguardano il futuro delle nostre aziende", spiega il presidente di Confagricoltura Bari-Bat Massimiliano Del Core.
In Molise, i trattori si sono dati appuntamento a Termoli e in altre località in provincia di Campobasso. Uno dei dimostranti si lamenta dell'avanzata di pale eoliche e impianti di fotovoltaico a scapito di terreni fertili. "Stiamo avendo tantissimi problemi con i cinghiali", dice l'agricoltore, "con la raccolta in generale. Non abbiamo più nessun sussidio a fronte dei costi del gasolio alle stelle. È inconcepibile togliere a un agricoltore la possibilità di coltivare un grano". Massicce anche le proteste in Calabria e in Sicilia, dove un dimostrante lamenta l'"immane crisi economica" del comparto agricolo, che "ha portato all'emigrazione di 800.000 giovani negli ultimi due anni".
A Lucca, in Toscana, si manifesta in modo particolare contro il cibo sintetico. "Europa assassina", "l'agricoltura sta morendo" e "Salviamo il nostro cibo" sono alcuni degli slogan sugli striscioni. Ad Assisi, in Umbria, la manifestazione si è svolta in maniera abbastanza ordinata e composta. Qualche disagio in più nel Lazio, dove l'incolonnamento dei trattori nei pressi del casello dell'A1di Orte ha generato un sensibile rallentamento della viabilità autostradale.
Tornando in Toscana, a Firenze, in piazzale Michelangelo, hanno protestato i rappresentanti del Cra, il Comitato degli Agricoltori Traditi. Un altro dei motivi della protesta è la concorrenza con il cereali provenienti dall'Ucraina, che si accompagna a mutui troppo alti e all'obbligo di non coltivazione di almeno il 4% dei terreni: l'ennesimo vincolo di cui, ovviamente, viene richiesta l'abolizione.
EFA News - European Food Agency