Istat, più spazio a food&beverage nel nuovo paniere prezzi
Tra le new entry c'è il pasto all you can eat: aumenta dell'1,1% il comparto servizi ricettivi e di ristorazione
Più spazio a food and beverage nel nuovo paniere Istat 2024 utilizzato per il calcolo degli indici NIC (per l’intera collettività nazionale) e FOI (per le famiglie di operai e impiegati). All'interno figurano 1.915 prodotti elementari (da 1.885 nel 2023), raggruppati in 1.045 prodotti, a loro volta raccolti in 425 aggregati. Per il calcolo dell’indice IPCA (armonizzato a livello europeo) il paniere comprende 1.936 prodotti elementari (1.906 nel 2023), raggruppati in 1.064 prodotti e 429 aggregati.
Tra i prodotti più rappresentativi dell’evoluzione dei consumi delle famiglie, che entrano nel paniere 2024 vi sono: l’apparecchio per deumidificazione e purificazione aria, la lampadina smart e il pasto all you can eat. Tra quelli che rappresentano consumi consolidati entrano: la piastra per capelli, il rasoio elettrico, lo scaldaletto elettrico e alcuni corsi ricreativi e sportivi (di tennis o padel, di acquagym, di calcio e calcetto). Inoltre, per tenere conto delle dinamiche dei prezzi dei prodotti energetici delle famiglie in transizione dal mercato tutelato al mercato libero, l’Istat ha adeguato la modalità di calcolo dell’indice dei beni energetici.
Con riferimento all’indice Nic, si evidenzia l'aumento del peso delle divisioni "servizi ricettivi e di ristorazione" (+1,1%), "trasporti" (+0,6%) e "altri beni e servizi" (+0,4%). Si riduce, invece, quello di "mobili, articoli e servizi per la casa" (-0,8%); "abitazione, acqua, elettricità e combustibili" e "abbigliamento e calzature" (-0,5% entrambe).
Sono circa 33 milioni le quotazioni di prezzo (scanner data) provenienti ogni mese dalla Grande distribuzione organizzata, utilizzate nel 2024 per stimare l’inflazione: 385mila sono raccolte sul territorio dagli Uffici comunali di statistica (UCS), quasi 235mila dall’Istat direttamente o tramite fornitori di dati, più di 157mila le quotazioni provenienti dalla base dati dei prezzi dei carburanti del ministero dello Sviluppo economico.
Gli scanner data provenienti dai diversi canali della gdo sono riferiti a un campione di circa 4.300 punti vendita, appartenenti a 19 grandi gruppi della distribuzione al dettaglio, rappresentativi dell’intero territorio nazionale. Sono riferiti ai prodotti alimentari confezionati e per la cura della casa e della persona. In totale, gli scanner data rappresentano il 13,6% del paniere NIC.
Ogni anno l’Istat rivede l’elenco dei prodotti che compongono il paniere di riferimento per la rilevazione dei prezzi al consumo, aggiornando contestualmente le tecniche d’indagine e i pesi con i quali i diversi prodotti contribuiscono a misurare l’inflazione: l’aggiornamento dei beni e servizi compresi nel paniere tiene conto sia delle novità nelle abitudini di spesa delle famiglie sia dell’evoluzione di norme e classificazioni e, in alcuni casi, arricchisce la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati.
Su quest'ultimo aggiornamento, soprattutto per quanto riguarda i beni alimentari, non tutti sono d'accordo. Il Codacons, per esempio, apprezza l’inserimento di servizi quali i corsi ricreativi e sportivi ma esprime dubbi sul peso assegnato ai beni alimentari all’interno del paniere per calcolare l’inflazione. “Se da un lato è corretta la scelta dell’Istat di effettuare una ponderazione diversa del peso degli energetici -sottolinea il Codacons-, dall’altro esprimiamo dubbi sul peso assegnato dall’Istat alla voce 'alimentari': si tratta, infatti, di beni primari di cui le famiglie non possono fare a meno e che continuano a subire sensibili rincari dei prezzi con effetti pesanti su consumi e potere d’acquisto”.
Di diverso avviso l'Unione nazionale consumatori che "considera positivamente" l’aumento del peso della divisione prodotti alimentari e bevande analcoliche, "anche se solo dello 0,3%, meno di quanto ci attendevamo visto l’effetto rivalutazione", spiega il presidente Massimiliano Dona.
EFA News - European Food Agency