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CLARA MOSCHINI

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Logistica, altra tegola: il Canale di Panama è in secca

Mentre parte la missione Ue Aspides, la supply chain alimentare rischia riduzione transito giornaliero negli Usa

Non bastasse la crisi del mar Rosso che sta mettendo in ginocchio la logistica mondiale con ripercussioni drammatiche soprattutto sulla catena agroalimentare, adesso arriva la notizia, altrettanto drammatica, del Canale di Panama che continua a essere in secca. La situazione si sta prolungando da mesi ed è causata dal fenomeno climatico del Niño che continua a limitare la capacità di transito nel canale di Panama con un ulteriore impatto sul commercio estero.

Secondo quanto stima l'Autorità del canale (Acp) dove transitano il 40% dei container di tutto il mondo, se le condizioni climatiche non dovessero migliorare il rischio è dover ridurre ulteriormente il transito giornaliero fino a un minimo di 18 navi contro le 24 attuali e le 32 del 2023 con perdite stimate tra 500 e 700 milioni di dollari solo per il 2024.

Se venissero attuate ulteriori restrizioni al transito, gli esperti sostengono che gli impatti sui prezzi globali delle merci e sull'inflazione sarebbero pesanti soprattutto negli Stati Uniti, dove è diretto il 40% del traffico di container che passa attraverso il Canale. 

Mentre la situazione sembra sfuggire di mano nel Canale di Panama, l'Ue ha dato avvio a Eunavfor Aspides, l'operazione difensiva di sicurezza marittima lanciata il 19 febbraio per "ripristinare e salvaguardare la libertà di navigazione nel Mar Rosso e nel Golfo".

L'operazione sarà attiva lungo le principali linee di comunicazione marittime dello Stretto di Baab al-Mandab e dello Stretto di Hormuz, nonché nelle acque internazionali del Mar Rosso, del Golfo di Aden, del Mare Arabico, del Golfo di Oman e del Golfo Persico.
Il comandante dell'operazione sarà il commodoro Vasilios Griparis, mentre il comandante della forza sarà il contrammiraglio Stefano Costantino. Il quartier generale avrà sede a Larissa, in Grecia. L'operazione Aspides si coordinerà strettamente con l'Eunavfor Atalanta per contribuire alla sicurezza marittima nell'Oceano Indiano occidentale e nel Mar Rosso, nonché con i partner che contribuiscono alla sicurezza marittima. 

L'intervento Ue ha preso il via sotto la spinta delle compagnie di navigazione riunite in Euromommerce tra i cui membri figurano i giganti dei supermercati Ahold Delhaize, Carrefour, Lidl, M&S e Tesco, e i rivenditori di moda H&M, Inditex e Primark. Sono stati loro a chiedere a gran voce in una lettera inviata a Bruxelles che "le istituzioni Ue e gli Stati membri continuino a intensificare e coordinare gli sforzi per affrontare la situazionedi sveltire le operazioni data l'entità dell'impatto sulle imprese e sulla catena di approvvigionamento globale. Più a lungo i vettori saranno costretti a cambiare rotta, più le imprese, e in ultima analisi i consumatori, soffriranno di costi aggiuntivi che si aggiungeranno al già alto costo della vita in Europa", ha dichiarato Eurocommerce.

I rivenditori che si riforniscono dalle fabbriche in Cina e nel Sud-Est asiatico hanno dovuto affrontare ritardi e aumenti dei costi, poiché la rotta di spedizione alternativa intorno alla punta meridionale dell'Africa richiede 2-3 settimane in più, con conseguente aumento delle spese per il carburante e la manodopera. L'interruzione ha sollevato il timore che l'inflazione impieghi più tempo a scendere in Europa.

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EFA News - European Food Agency
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