Cosa nostra mette le mani sul commercio alimentare a Genova
Indagine della Procura genovese: cinque arresti per traffico illecito di surgelati e evasione dell'iva
Le mani di Cosa Nostra sul commercio alimentare di Genova. Lo sostiene la Procura del capoluogo ligure in base all’inchiesta portata avanti dal comando provinciale e dallo Scico (Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata) della Guardia di Finanza, che conta in tutto dodici indagati.
In particolare, spiega la Guardia di Fiannza, "attraverso società con sede in Spagna, Portogallo e Italia, aventi quale amministratore di fatto e socio occulto il capo e promotore dell’associazione criminale (già destinatario di una misura di prevenzione patrimoniale che lo indicava come “collettore degli interessi mafiosi nel settore del commercio dei prodotti surgelati”) e quali amministratori e soci soggetti scelti da lui stesso o da altri associati, l'associazione consentiva al dominus di partecipare a varie società, tutte collegate tra loro".
In questo modo, poteva essere gestito "nel periodo 2015-2021, un giro d'affari basato sull'importazione di prodotti ittici surgelati dalla Spagna e dal Portogallo all’Italia, nonché di porre in essere reiterate e gravi frodi Iva consistite nel trasferire su “missing trader”, ditte cioè che omettevano il versamento dell’imposta applicata in fattura, il debito iva nascente dalle transazioni", garantendo, al contempo, "la possibilità di praticare prezzi al di sotto delle normali condizioni di mercato, con conseguente alterazione della libera concorrenza, nonché, di reimpiegare il denaro provento delle fittizie intestazioni societarie e dei delitti di evasione nelle società estere riconducibili all’organizzazione".
Le “frodi carosello”, aggiunge la nota della Guardia di Finanza, venivano realizzate dall'associazione attraverso:
- società con sede in territorio iberico destinate all'esportazione verso l'Italia di prodotti ittici surgelati;
- ditte (“missing trader”) che omettevano il versamento dell’imposta applicata in fattura ai propri cessionari (i quali, per contro, detraevano i tributi corrisposti) con sede sul territorio nazionale, costituite al solo scopo di effettuare solo formalmente le importazioni, rivendere i prodotti, accumulare e non versare ingenti debiti IVA, per poi scomparire nell'arco di un biennio o poco più;
- entità (“buffer”) realmente esistenti, destinate ad acquistare i prodotti formalmente importati dai “missing trader” e a rivenderli ai clienti finali.
Nell’ambito del sodalizio, il cosiddetto dominus, ossia il capo della frode è stato coadiuvato, sempre secondo le risultanze della GdF:
dal titolare di una impresa individuale nonché socio ed amministratore di una società di Genova, entrambe coinvolte nella frode fiscale con il ruolo di filtro (o “buffer”) che, tramite un’ulteriore società genovese, ha trasferito all’estero denaro proveniente dalle “società cartiere” italiane impiegate nella frode;
dalla moglie del medesimo, la quale ha formalmente assunto per conto del coniuge la qualifica di socio e amministratore in varie società iberiche ed italiane gestite di fatto dal predetto;
da una donna residente a Siracusa, titolare di cariche formali all’interno di società cartiere costituite in Italia, nonché referente per la gestione dei clienti nazionali, in particolare quelli siciliani;
da un soggetto originario di Palermo, che gestiva la riscossione dei pagamenti da parte della clientela, facendogli pervenire il denaro frutto dello schema fraudolento attuato.
Le risultanze investigative acquisite hanno consentito alla Procura della Repubblica di Genova di chiedere ed ottenere dal competente G.I.P. l’emissione di un provvedimento cautelare personale nei confronti di 5 indagati tra cui 2 Mandati di Arresto Europeo nei confronti dei soggetti stabilitisi in Spagna.
I sequestri, che interessano il territorio italiano, il territorio spagnolo e quello portoghese, riguardano 100 rapporti finanziari, di cui 54 ubicati in Italia, 26 in Spagna e 20 in Portogallo; quote del capitale sociale di 15 società, di cui 7 con sede in Italia, 4 con sede in Spagna e 4 con sede in Portogallo; 2 società di Genova con relativo compendio aziendale; 9 immobili situati nelle provincie di Genova, Palermo e Cuneo.
EFA News - European Food Agency