Crisi e inflazione, i consumatori premiano i cibi a marchio del distributore
Uno studio di Mediobanca fa il punto sul business gdo in Italia dal 2019 al 2022
Una ricerca pubblicata dall'Arra studi Mediobanca quella che aiuta a fare luce sui risultati economici delle catene di supermarket grandi e piccole che continuano ad espandersi nelle città e non solo. La nuova edizione dell’Osservatorio sulla grande distribuzione organizzata italiana e internazionale a prevalenza alimentare aggrega i dati economico-patrimoniali di 129 aziende nazionali e 32 maggiori player internazionali per il periodo 2019-2022. Per quanto riguarda il 2023 il report mette in risalto solo l’aumento generalizzato dei prezzi ha spinto le vendite nominali della gdo italiana (+8,3% sul 2022) con un impatto negativo sui volumi (-1,7%). Mentre nel 2022 i distributori hanno assorbito parte dell’inflazione dei fornitori (+11% l’aumento annuale dei prezzi alla produzione dell’industria alimentare e bevande sul mercato interno), trasferendo sui prezzi al dettaglio un livello di inflazione medio del 6,3%, nel 2023 il gap si è ridotto e la variazione media annua dei prezzi al consumo ha superato quella dei prezzi alla produzione: +8,2% rispetto a +6,3%.
L’attenzione al risparmio, sottolinea il report, "ha fatto diminuire la brand e store loyalty e i consumatori hanno premiato i prodotti a marchio del distributore (Mdd) ai quali riconoscono convenienza ma anche qualità e affidabilità". Nel 2023 le vendite della private label, comprensive del canale discount, hanno raggiunto 25,4 miliardi di Euro (+7,2% medio annuo dal 2019), pari a quasi un terzo dell’intero mercato, avvicinandosi sempre più alla media europea (38% di market share).
Nel 2022 l’aggregato dei maggiori gruppi italiani della gdo a prevalenza alimentare ha realizzato un fatturato netto pari a 106,2 miliardi di Euro, "di cui 16,4 miliardi in capo a operatori a controllo estero (15,4% del totale)". Tra il 2019 e il 2022, le vendite sono aumentate del 20,4% con un tasso medio annuo del 6,4%.
Sempre nel 2022 i retailer hanno beneficiato del “Bonus imprese prodotti energetici” che, per le sole società che hanno ricevuto un ristoro, ha salvaguardato in media 0,29 punti percentuali dell’ebit margin del 2022. Meno performanti gli operatori a controllo straniero: tra il 2019 e il 2022 fatturato in crescita del +4,5% medio annuo (+6,7% gli operatori italiani) con ebit margin 2022 all’1,2% (2,1% per gli operatori nazionali) e Roi al 4,1% (5% i retailer italiani).
Brillano per vendite i retailer meridionali (+9,2% medio annuo sul 2019), +5,4% le imprese del Centro Italia mentre gli operatori del Nord-Est risultano più dinamici di quelli del Nord-Ovest (+6,1% vs +4,7%).
Per quanto riguarda i singoli operatori, secondo il report di Mediobanca, Aldi ha realizzato la maggiore crescita del fatturato tra il 2019 e il 2022: +33,2% medio annuo, seguita da Radenza Group (+15,4%), In’s Mercato (+14,6%), Tatò Paride (+13,4%), Apulia Distribuzione (+10,5%) e MD (+10,3%). Nel solo 2022 la classifica vede al primo posto sempre Aldi (+29,8% sul 2021), seguita da Apulia Distribuzione (+25,5%), Radenza Group (+17,1%) e In’s Mercato (+16,1%). La classifica per Roi vede sul podio Radenza Group (33,1%),Tatò Paride (19,8%) e AZ (19,7%), si avvicina Eurospin (19,1%): quest',ultimo si afferma regina di utili cumulati tra il 2019 e il 2022 con oltre 1,16 miliardi di Euro, superando VéGé a 940 milioni e Selex (890 milioni). PAC 2000 A (Gruppo Conad) è la maggiore cooperativa italiana con vendite nel 2022 pari a oltre 4,21 miliardi di Euro, seguita Coop Alleanza 3.0 a 4,14 miliardi e Conad Nord Ovest a oltre 2,87 miliardi precede Nova Coop attestata a circa 2,7 miliardi.
In Italia ci sono 94 discount ogni milione di abitanti, meno che in Polonia (128), Germania (115) e Spagna (101),ma più che in Francia (49) e Regno Unito (27). I discount doppiano la gdo tradizionale: nel 2022 il fatturato è cresciuto del +9,9% medio annuo sul 2019 (+5,5% gli altri operatori), +13,4% sul 2021 (+7,9 la gdo tradizionale). Spicca la marginalità: ebit margin 2022 dei discount al 4,3% rispetto all'1,3% dei gruppi tradizionali, Roi al 13,3% (3,6% gli altri operatori) ed esplodono gli investimenti in dotazioni strutturali (+26,1% tra il 2019 e il 2022; -15% gli altri operatori). In dettaglio: Eurospin nel 2022 vale il 31% del segmento (era il 26,9% nel 2011), seguono Lidl che passa dal 20,1% del 2011 al 22,3% del 2022 e MD dal 5,4% al 15,6%. In cinque anni Aldi ha raggiunto il 2,7% del mercato discount: avanzano anche D.Più (dal 3,5% del 2011 al 3,9% del 2022) e Prix (dallo 0,8%al 2,3%). Si sono ridotte, invece, le quote di Penny Market (dall’8% al 5,9%), In’s (dal 5,5% al4,6%), Todis (dal 4,7% al 4%), ARD (dal 2,1% all’1,9%) e Ekom (dal 2,2% all’1,6%) e le altre insegne minori (dal 20,7% del 2011 al 4,1% del 2022) rendendo il mercato più concentrato.
EFA News - European Food Agency