Carciofi: concorrenza egiziana travolgente
Per produzione, il Paese nordafricano ha superato l'Italia, dove c'è chi nemmeno li raccoglie più
Proprio a ridosso di un'operazione dell'Agenzia delle Dogane che ha inibito l'arrivo di un ingente quantitativo di carciofi dall'Egitto (leggi notizia EFA News), emergono una serie di numeri che rendono più chiara la dimensione del fenomeno. A distanza di un paio d'anni, il Paese nordafricano avrà probabilmente conquistato due primati: quella della produzione di carciofi e quello dell'export dello stesso prodotto verso l'Italia.
Nel 2022, l'Egitto ha superato l'Italia diventando il primo Paese per produzione: 460mila tonnellate contro le nostre 360mila. Quanto all'export in Italia, si tratta di stime che appaiono comunque piuttosto credibili. A farne le spese sono alcune varietà di carciofo italico, come il Violetto Igp, coltivato nel Brindisino: essendo questa denominazione pagata a un prezzo non concorrenziale (dai 15 ai 20 centesimi a carciofo), molti agricoltori non vanno più nemmeno a raccoglierlo.
Altrettanto minacciati sono lo Spinoso di Sardegna Dop, il Carciofo di Paestum e il Romanesco del Lazio (di cui il 20-21 aprile si terrà la tradizionale sagra all'ex Mattatoio del Testaccio, a Roma), oltre a presìdi Slow Food come lo spinoso di Menfi, il violetto di Castellammare, il Bianco di Penosa, il veneziano Sant'Erasmo.
EFA News - European Food Agency