La Francia boccia il decreto che vieta di chiamare bistecca la carne vegetale
Il consiglio di Stato ha detto no al divieto che doveva entrare in vigore il 1° maggio
Questa volta siamo in vantaggio noi italiani. Non parliamo di Tour de France ma della lotta alla contraffazione alimentare che passa anche per le prese di posizione contro la carne sintetica. E così, mentre in Italia è già approvata non solo la legge contro la carne Frankenstein ma anche quella che vieta il meat sounding, vieta cioè di chiamare bistecca qualcosa che arriva da organismi coltivati, la Francia tentenna. Lo attesta il Consiglio di Stato francese che, ancora una volta, ha sospeso un decreto governativo che proponeva di vietare ai produttori alimentari l'uso di denominazioni di carne a base vegetale.
Il tribunale amministrativo supremo ha dichiarato di nutrire "seri dubbi sulla legalità" del divieto, destinato a entrare in vigore il 1° maggio. Secondo il ministero dell'Agricoltura, la sentenza "causerebbe un danno grave e immediato agli interessi dei produttori che vendono esclusivamente questo tipo di prodotti". A febbraio scorso, sempre il ministero ha tentato di vietare ai produttori di proteine alternative l'uso di termini relativi alla carne come bistecca, prosciutto, scaloppina e macellaio, tra gli altri (vedi articolo EFA News). La proposta elencava oltre 100 termini che potevano essere utilizzati per i prodotti di origine animale contenenti proteine vegetali, anche se questi prodotti potevano includere solo una certa quantità di proteine vegetali. Se i produttori volessero utilizzare il termine bacon, ad esempio, il loro prodotto potrebbe essere composto solo da un massimo dello 0,5% di proteine vegetali. I produttori avrebbero dovuto pagare multe da 1.500 Euro a 7.500 Euro per non aver rispettato le norme.
Adesso, invece, arriva la notizia del "niet" del Consiglio di Stato che, per la seconda volta, sospende un decreto del genere in Francia, con la prima archiviazione avvenuta nel 2022. In seguito alla prima sospensione, il Consiglio ha inviato una richiesta di annullamento del decreto alla Corte di giustizia dell'UE nel luglio 2023. È ancora in attesa di una risposta a tale richiesta, prevista "nei prossimi mesi", secondo quanto sostengono i magistrati.
Non si sono fatte attendere le reazioni alla decisione del Conseil d'Etát. Soddisfatti, ovviamente , i produttori di carne sintetica. Nicolas Schweitzer, cofondatore e amministratore delegato del gruppo La Vie, che produce pancetta e prosciutti a base vegetale, ha dichiarato: "Siamo ovviamente molto felici che, ancora una volta, il Consiglio di Stato abbia deciso di sospendere questo sciocco decreto. La guerra non è finita e che il settore dei prodotti a base vegetale deve rimanere vigile". Sottintendendo, dunque che i lobbisti francesi della carne continueranno a spingere per l'attuazione del divieto in futuro.
Anche Cedric Meston, cofondatore del marchio di alternative alla carne HappyVore, ha descritto la decisione come una "vittoria" per la categoria, in un post su LinkedIn. "In effetti -dice- il punto che ci preoccupava di più era la creazione di una concorrenza sleale tra le aziende che producono in Francia e quelle che producono all'estero". Sospendendo il decreto, il Consiglio di Stato sceglie in particolare di andare nella direzione della reindustrializzazione della Francia, un asse importante nelle priorità dell'attuale politica. Abbiamo lottato, e continueremo a farlo se necessario, per la salvaguardia dell'industria francese, dei nostri posti di lavoro e della nostra agricoltura".
EFA News - European Food Agency