Granarolo, domani la visita di Mattarella nello stabilimento calabrese
Intervista esclusiva di Efa News con Gianpiero Calzolari presidente del gruppo lattiero caseario
“In questo momento la cosa più interessante che c'è in Italia siamo noi”. Parola di Gianpiero Calzolari, presidente del gruppo lattiero caseario Granarolo. Può anche sembrare una guasconata la sua, ma dicono altro i conti di bilancio, con un 2023 chiuso con fatturato da oltre 1,6 miliardi di euro, +8,2% rispetto al 2022, un ebitda a 94 milioni (+40,8%) e una posizione finanziaria netta a 178,4 milioni, in rialzo di 120 milioni rispetto all'anno prima (vedi articolo EFA News). Dice altro anche la visita del presidente Sergio Mattarella prevista per domani, 30 aprile: in occasione della festa dei Lavoratori del 1° maggio, Mattarella sarà in visita al distretto dell'agroindustria calabrese e si soffermerà presso lo stabilimento Granarolo di Castrovillari, in provincia di Cosenza.
"Noi siamo l'azienda di punta del settore in zona", sottolinea Calzolari che ha inserito proprio Castrovillari tra gli asset al centro del nuovo Piano industriale 2024-2027, molto hi-tech, che prevede almeno 300 milioni di Euro investimenti da qui al 2027. "Partiamo -spiega Calzolari- da un aumento di capitale che abbiamo perfezionato l'anno scorso con un ingresso nella società di due nuovi soci che sono in particolare l'Enpaia, l'ente previdenziale dei lavoratori agricoli, che è intervenuta con 30 milioni e da Cassa depositi e prestiti che ha investito 100 milioni attraverso un fondo nazionale strategico. La cooperativa Granlatte, socia storica, a sua volta ha fatto un aumento di capitale di altri 30 milioni: per cui sono entrati 160 milioni di aumento di capitale nella società (vedi articolo EFA News). Quindi con questa nuova compagine abbiamo ritenuto di mettere a punto un piano industriale che ci porti a un obiettivo di 2 miliardi di Euro".
“Anziché investire sugli altri abbiamo deciso di lavorare su di noi. La filosofia è che ogni stabilimento si deve specializzare -spiega Calzolari-. Ne abbiamo 15 e dobbiamo superare la logica che ogni impianto faccia più cose contemporaneamente. Castrovillari, in Calabria, che già produce latte fresco, rafforzerà ulteriormente la sua produzione divenendo polo di riferimento per il latte al Sud. Oggi abbiamo nel sito di Gioia del Colle, in provincia di Bari, uno stabilimento che produce latte fresco: lo stiamo convertendo in uno che sfrutti profittevolmente la qualità e la buona reputazione dell'industria casearia pugliese, specializzato in mozzarelle e burrate della tradizione”.
"Stiamo investendo -aggiunge il manager- anche su figure professionali nuove: va bene il casaro, va bene il biologo, ma abbiamo bisogno anche di ingegneri, informatici come tutte le altre aziende: alla fine costruiremo la nostra fabbrica del futuro".
Con la razionalizzazione l'obiettivo diventa quello di aumentare il fatturato. “Se vogliamo fare 2 miliardi di Euro di ricavi entro il 2027, partendo dal fatto che oggi lavoriamo 8,5 milioni di quintali di latte, dovremo arrivare a 10 o 11 milioni di quintali di latte lavorato”, prosegue Calzolari.
Altro asse di forza è il nuovo Innovation Centre di Bologna. “Oltre 3.500 mq, 8 milioni di Euro di investimento: partirà a inizio 2026, coinvolgendo tutte le nostre persone di ricerca e sviluppo -aggiunge il presidente-. Parliamo di uno stabilimento pilota, dove marketing, laboratori e cucine agiranno insieme, dove sarà possibile sperimentare e degustare i prodotti sia da parte del personale interno che esterno all’azienda”.
Altro asse di innovazione, la logistica. “L'abbiamo molto polverizzata, figlia di una crescita per acquisizioni: ebbene -spiega il presidente di Granarolo- avremo un magazzino centralizzato a Pasturago di Vernate, a Milano, presso lo stabilimento dove oggi produciamo latte e yogurt con marchi Granarolo e Yomo. Sarà completamente automatizzato e di nuova generazione”.
E il packaging? "La bottiglia è iconica -ribadisce Calzolari-. Anche se per noi rimane il prodotto che ci ha fatto e ci fa conoscere, negli ultimi anni il latte ha perso molto mercato: dieci anni fa il latte era quasi il 70% del nostro portafoglio, oggi è meno del 30%. Quando parliamo di novità nel packaging parliamo di yogurt, stracchino, mozzarelle, burrate. Ovviamente anche di bottiglia del latte, ma solo per l'utilizzo di prodotti riciclabili. Dobbiamo dare conto della sostenibilità dei nostri prodotti".
In tema di sostenibilità, i nuovi processi produttivi partiranno dalle stalle, che verranno digitalizzate. “Già ora -dice Calzolari- i nostri soci stanno producendo, oltre al latte, anche l'energia che serve per alimentare le stalle: ed è energia pulita, biometano. Stanno poi nascendo anche impianti consortili, 10 per l’esattezza e a regime consentiranno di avere tanta energia pulita quanta ne consumiamo nei 14 stabilimenti del gruppo”.
I primi 3 nuovi impianti di biometano agricolo, Sorgeranno in Lombardia, nelle province di Mantova, Brescia e Cremona, nati dalla partnership tra la filiera Granlatte Granarolo e la Confederazione dei bieticoltori-Cgbi, la Confederazione dei bieticoltori, alimentati esclusivamente con matrici di origine animale e vegetale. Un investimento complessivo per i 3 impianti di 35 milioni di Euro per una capacità produttiva annua di 6,5 milioni di metri cubi di biometano, frutto della digestione anaerobica per un sistema produttivo più sostenibile che ridurrà l’emissione in atmosfera di 18 mila tonnellate di CO2 l’anno.
L’obiettivo, racchiuso nel progetto “Biometano di filiera” presentato a ottobre 2023 (vedi articolo EFA News) è costruire in tutto 10 nuovi impianti di biometano da nord a sud, in varie regioni (Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli e Puglia), per produrre energia pulita insieme ai fertilizzanti organici e integrare il reddito degli allevatori aderenti al progetto. I 10 impianti consortili produrranno a regime 30 milioni di metri cubi di metano cioè l’equivalente di ciò che serve in termini di energia termica agli stabilimenti italiani del Gruppo Granarolo, più 500.000 tonnellate annue di fertilizzante naturale, evitando l’emissione in atmosfera di 60.000 tonnellate di CO2 equivalente.
“Tutto quello di cui parliamo in termini di innovazione è diretto anche all'espansione dei mercati -commenta Calzolari-. Oggi siamo intorno al 40%, l'obiettivo del nuovo piano è andare al 50% di export. Ci sono paesi dove esportiamo molto bene, pensiamo alla Francia dove abbiamo circa 200 milioni di fatturato e dove oggi siamo una delle marche maggiormente apprezzate in nel settore dei prodotti lattiero. In questo momento abbiamo una particolare attenzione sulla Germania perché è un paese che importa molti prodotti italiani ma dove noi non siamo soddisfatti della nostra presenza".
"Abbiamo fatto un investimento negli Stati Uniti di recente, due anni fa -conclude Calzolari- con uno stabilimento che produce ricotta e mozzarelle Calabro Cheese (vedi articolo EFA News) perché è un mercato particolarmente importante, che diventa la piattaforma per i prodotti duri che possiamo esportare negli Sarti Uniti, sapendo che, al di là dell'italian sounding, si tratta di un mercato molto importante per i prodotti della tradizione italiana. Il problema è andarci in modo organizzato anche perché ci sono problemi in ingresso non facili da superare: per questo avere piattaforme di nostra proprietà sul territorio americano è fondamentale. E, anche per questo, è possibile che Calabro Cheese non sia nemmeno l'ultimo investimento: stiamo guardando anche ad altre cose da fare negli Stati Uniti".
EFA News - European Food Agency