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CLARA MOSCHINI

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Cibus/7. Assica: "A rischio intero sistema produttivo salumi"

Emergenza Psa, il presidente Pizzagalli chiede un "sostegno reale agli investimenti"

Assica, Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente a Confindustria, ha organizzato oggi, durante la fiera Cibus – International Food Exhibition di Parma un convegno per le aziende del settore e per tutti gli operatori, dal titolo “Salumeria italiana: le sfide per il futuro, tra le incertezze del commercio internazionale e l’aumento dei costi produttivi”.

Tanti i temi messi a fuoco negli interventi, ma ovviamente il focus è stato la situazione attuale della salumeria italiana, che sta attraversando uno dei periodi più difficili degli ultimi anni, con l’allarme della peste suina africana (Psa) che incombe come una spada di Damocle sull’intero sistema produttivo. “Con il ritrovamento a metà aprile di un cinghiale infetto a Varano de' Melegari, la zona di restrizione è stata allargata alle aree di Collecchio, Sala Baganza e Felino, mettendo in forte crisi le aziende che esportavano in Paesi quali il Canada e gli Stati Uniti. Abbiamo già aziende che hanno messo in cassa integrazione i dipendenti: da allarme sanitario la peste suina rischia di diventare un allarme sociale”, ha affermato il presidente di Assica Francesco Pizzagalli.

Le istituzioni non possono ignorare ciò che sta accadendo e devono intervenire con efficacia per aiutare la filiera. “Dobbiamo essere uniti nell’affrontare le opportunità di sviluppo attraverso modalità di confronto con le istituzioni. È giusto chiedere sussidi quando le nostre aziende vengono messe a rischio per colpe e situazioni che non sono imputabili a noi, ma i sussidi servono per affrontare la drammaticità del momento. Abbiamo bisogno di un sostegno reale agli investimenti, che sono quelli che garantiscono il futuro. L’intera filiera suinicola ha bisogno di aiuti straordinari, di nuove forme di accesso al credito per garantire la sopravvivenza di un settore che ha creato benessere in tanti territori, che ha valorizzato nel tempo le peculiarità dei territori, che non ha rincorso le delocalizzazioni per andare a produrre là dove costava meno produrre”. Ma come fare per garantire il futuro della filiera suinicola? Pizzagalli conclude il suo intervento sottolineando che occorre “equilibrio sul piano economico della distribuzione del valore; dare vita ad un sistema di filiera sostenibile; ripensare al ruolo delle produzioni Dop e Igp”.

Davide Calderone, direttore di Assica, è entrato nel dettaglio dei danni della Psa, con numeri alla mano che danno la dimensione del danno. “Fino a questo momento si sono avute perdite legate al mancato export per circa 500 milioni di euro in due anni e, se le cose non dovessero migliorare, il rischio sarebbe di subire ulteriori perdite per 60 milioni di euro al mese. Queste cifre avrebbero potuto essere anche più elevate, se non fosse stata messa in campo dal ministero della Salute - con il sostegno di Assica - un’azione costante di informazione e dialogo con i principali Paesi importatori dei prodotti suinicoli; insieme all’attività diplomatica e tecnica del governo si è agito per il contenimento delle misure restrittive di ordine sanitario vigenti in molti Paesi importatori”. 

Il convegno di Assica è proseguito poi con gli interventi di esperti e analisti del comparto agroalimentare. Mariella Ronga, Direzione Filiere e Analisi dei Mercati Isme, che nella sua relazione ha presentato i risultati della ricerca inedita sulla distribuzione del valore all’interno della filiera suinicola nazionale, con il caso di studio sui prosciutti cotti e prosciutti Dop. Luigi Stimolo, responsabile Area Mercato di Bmti (Borsa Merci Telematica italiana) ha parlato delle dinamiche interne alla filiera e degli scenari del mercato nazionale e internazionale. Con Marco Limonta, Consumer Packaged Goods Director di Circana si sono analizzate le scelte di acquisto del consumatore, all’interno di un contesto comunque positivo per i salumi. Mauro Lusetti, presidente Associazione Distribuzione Moderna e Conad ha evidenziato le criticità del mercato interno. Marco Perocchi, responsabile Banca d’Impresa di Crédit Agricole Italia, si è infine rivolto alle aziende fornendo sostegno e ascolto.

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