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CLARA MOSCHINI

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Mangimi proteici: UE non ancora autosufficiente

Copertura in crescita ma si prevede non supererà il 75%, con una domanda stabile a 71 mln tons

La Commissione europea ha pubblicato l'ultimo aggiornamento sulle previsioni riguardo a produzione, commercio e uso domestico nell’Unione Eurpea di un’ampia gamma di fonti proteiche per mangimi. Considerando che per alcune proteine alimentari l’UE dipende ancora dalle importazioni, la Commissione ha pubblicato anche uno studio sulle opportunità e i limiti della diversificazione delle fonti proteiche.

Dallo studio emerge che la scelta delle proteine per mangimi per la produzione animale rimanga dipendente da fattori, tra i quali il principale è la competitività. La redditività e solide catene del valore restano fondamentali per lo sviluppo della produzione di proteine nell’UE. Ridurre la dipendenza dalle importazioni di mangimi, sostengono gli autori dello studio, può contribuire all’autonomia strategica dell’UE e garantire un sistema alimentare più resiliente e autonomo, migliorando al tempo stesso la sostenibilità.

Sulla base dei dati disponibili per il 2023/24, si presume che la domanda di mangimi rimarrà stabile a 71 milioni di tonnellate di proteine grezze rispetto alla campagna di commercializzazione precedente. Si prevede che l’autosufficienza dell’UE per tutte le fonti proteiche sarà pari al 75%. Per l’UE, la copertura rimane pienamente sufficiente in termini di foraggi grossolani, che rappresentano ancora la principale fonte di proteine alimentari, rappresentando il 41% del consumo totale di mangimi nell’UE. La quota di tutte le farine di semi oleosi rappresenta il 27% del consumo totale di proteine alimentari nell'UE e la quota di cereali rappresenta il 21%. Tuttavia, per quanto riguarda le farine a base di semi oleosi, l’UE produce solo il 27% del necessario per nutrire il proprio settore zootecnico.

La dipendenza dell'UE dalle importazioni di prodotti proteici è legata principalmente a ragioni pedoclimatiche e strutturali, quali la dimensione media delle aziende agricole, la disponibilità di terreni nel continente, la competitività delle diverse colture e, nel complesso, il suolo e il clima meno favorevoli per prodotti specifici, come i semi di soia. La Commissione aveva già dichiarato l’intenzione di sostenere la produzione di proteine vegetali nella sua comunicazione sulla salvaguardia della sicurezza alimentare e sul rafforzamento della resilienza dei sistemi alimentari pubblicata nel marzo 2022.
Si possono comunque osservare alcuni progressi: in primo luogo, si prevede che la produzione dell’UE di piante ricche di proteine (semi oleosi e legumi secchi) sarà pari a 7,2 milioni di tonnellate di proteina grezza nel 2023/24, il che rappresenta una crescita significativa del 28% negli ultimi 15 anni.

Le raccomandazioni presentate nella relazione della Commissione del 2018 sullo sviluppo delle proteine vegetali nell’UE hanno portato a misure di sostegno concrete attuate nell’attuale politica agricola comune (Pac). Il sostegno accoppiato al reddito per leguminose e colture proteiche è incluso in 20 piani strategici della Pac. Si prevede che la superficie supportata crescerà da 4,2 milioni di ettari nel 2022 a 6,4 milioni di ettari nel 2023 e poi a quasi 7,1 milioni di ettari nel 2027. Inoltre, i regimi ecologici previsti in 20 piani strategici della Pac sostengono indirettamente anche la produzione di legumi.

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EFA News - European Food Agency
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