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CLARA MOSCHINI

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Budweiser "spaccona" finisce nei guai in Gran Bretagna

Il birrificio ha dovuto correggere il claim del sito dove afferma di usare solo "elettricità rinnovabile"

Il gigante della birra yankee Budweiser, di proprietà di Anheuser-Busch InBev, è finita nei guai per via di un'affermazione contenuta sul suo sito web e riferita agli stabilimenti in Gran Bretagna. Un guaio "pubblicitario", insomma, che però ha fatto passare brutti momenti al management tanto che l'azienda ha dovuto modificare l'affermazione incriminata riguardante l'esposizione dell'azienda verso la sostenibilità e i temi esg. 

La società aveva, infatti, pubblicizzato il fatto di utilizzare “il 100% di elettricità rinnovabile” per la produzione di birra ma, dopo un reclamo ufficiale presentato all'Asa, l'Advertising standards authority, ha dovuto fare marcia indietro. Più in dettaglio, la frase incriminata è la seguente: "Since January 2021, every single can, bottle, and keg of Budweiser in the UK is now brewed with electricity from solar and wind sources", ossia, tradotto: "Da gennaio 2021, ogni singola lattina, bottiglia e fusto di Budweiser nel Regno Unito viene prodotta con energia elettrica proveniente da fonti solari ed eoliche".

A presentare il reclamo all'organizzazione di autoregolamentazione del settore pubblicitario nel Regno Unito è stata la senatrice irlandese Lynn Boylan la quale ha sottolineato che l'affermazione di Budweiser non poteva essere comprovata in quanto l'azienda produttrice di birra non aveva fornito una ripartizione del suo utilizzo di energia: per questo, ha sottolineato la donna politica, la dichiarazione di Budweiser secondo cui utilizza il 100% di elettricità rinnovabile per produrre, poteva essere considerata “fuorviante”.

Secondo l'Asa, il reclamo è stato “informalmente risolto”. Come? Con un asterisco. O meglio, con la modifica della dichiarazione sul sito web di Budweiser: una correzione che, adesso, riflette una descrizione più accurata delle pratiche energetiche del marchio di birra. Adesso, infatti, sul sito si nota che, in fondo alla frase incriminata è comparso l'asterisco che richiama questa nuova indicazione. "L'elettricità effettivamente utilizzata per produrre Budweiser non proviene da fonti rinnovabili al 100% -spiega la società nel nuovo annuncio-. Ma Budweiser si assicura che una quantità equivalente di energia sia generata nell'ambito di accordi di energia verde per compensare la quantità di energia non rinnovabile utilizzata dalla rete elettrica nazionale per alimentare i nostri processi di produzione della birra”.

L'asterisco, inoltre, richiama le fonti di energia elettrica rinnovabile del birrificio che "sono costituite da:

  • una turbina eolica in loco direttamente collegata al birrificio di Magor, in Galles; 
  • un contratto di acquisto virtuale di energia elettrica (VPPA) della durata di 20 anni che prevede il funzionamento di due parchi di pannelli solari, situati a Grange nel Nottinghamshire e a South Lowfield nel West Yorkshire, che generano più elettricità di quella richiesta dai birrifici".

Budweiser, insomma, acquista certificati noti come “garanzie di origine delle energie rinnovabili” (Rego).
Secondo l'Ofgem (l'ente governativo britannico che regolamenta l'elettricità e il gas) il sistema Rego “fornisce ai consumatori trasparenza sulla percentuale di elettricità che i fornitori ricavano da fonti rinnovabili”.
AB InBev ha dichiarato di voler acquistare tutta l'elettricità da fonti rinnovabili entro il 2025.

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EFA News - European Food Agency
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