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CLARA MOSCHINI

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Greenwashing, il Consiglio Ue è pronto a confrontarsi con il parlamento

Approvato "l'orientamento generale" sulla direttiva circa le indicazioni in etichetta

Il Consiglio Ue ha adottato oggi la sua posizione, ossia "l'orientamento generale" sulla direttiva sulle indicazioni ecologiche, che mira a contrastare il greenwashing e ad aiutare i consumatori a prendere decisioni più ecologiche quando acquistano un prodotto o utilizzano un servizio. La direttiva appena approvata stabilisce i requisiti minimi per la fondatezza, la comunicazione e la verifica delle dichiarazioni ambientali esplicite. 

"Oggi abbiamo raggiunto un importante accordo per combattere il greenwashing stabilendo regole per un'informazione chiara, sufficiente e basata su prove sulle caratteristiche ambientali di prodotti e servizi. Il nostro obiettivo è aiutare i cittadini europei a fare scelte ecologiche fondate", sottolinea Alain Maron, ministro del Governo della Regione di Bruxelles-Capitale, responsabile per il cambiamento climatico, l'ambiente, l'energia e la democrazia partecipativa. 

La nuova proposta riguarda specificamente le dichiarazioni ambientali esplicite (testo scritto o orale) e le etichette ambientali che le aziende utilizzano volontariamente quando commercializzano la loro ecologicità e che riguardano gli impatti, gli aspetti o le prestazioni ambientali di un prodotto o di un operatore commerciale. Si applica anche ai sistemi di etichettatura ambientale esistenti e futuri, sia pubblici che privati.

Verifica preventiva 

L'approccio generale opera una distinzione tra dichiarazioni ambientali esplicite ed etichette ambientali, al fine di specificare chiaramente gli obblighi applicabili a ciascuna di esse, compresi i requisiti che si applicano a entrambe. In base alla nuova normativa, le aziende devono utilizzare "criteri chiari e le più recenti evidenze scientifiche per comprovare le loro affermazioni e le loro etichette", come sottolinea il comunicato ufficiale di Bruxelles. 

Inoltre, secondo l'approccio generale, "le indicazioni ambientali e le etichette dovrebbero essere chiare e di facile comprensione, con un riferimento specifico alle caratteristiche ambientali che coprono come la durata, la riciclabilità o la biodiversità". L'approccio generale, sottolinea la nota, "mantiene il principio fondamentale della verifica ex ante delle dichiarazioni ambientali esplicite e delle etichette ambientali, come previsto dalla proposta della Commissione". Ciò significa che ogni dichiarazione ecologica dovrà essere verificata da esperti terzi indipendenti prima di essere pubblicata

Procedura semplificata

Allo stesso tempo, prosegue la nota, "introduce una procedura semplificata per esentare alcuni tipi di dichiarazioni ambientali esplicite dalla verifica da parte di terzi": le aziende ammissibili dovranno dimostrare la loro conformità alle nuove norme compilando un documento tecnico, che dovrà essere completato prima che la dichiarazione sia resa pubblica. Anche le microimprese saranno soggette a verifica, "ma avranno 8 mesi di tempo in più rispetto alle altre imprese per conformarsi alle regole".

Sono state aggiunte diverse misure di supporto per aiutare le pmi, comprese le microimprese, durante la procedura: queste includono "la fornitura di linee guida e strumenti e misure aggiuntive per ridurre gli oneri amministrativi per gli agricoltori". Possono anche includere sostegno finanziario e formazione.

Etichette ambientali pubbliche

Riconoscendo l'importanza dei sistemi pubblici di etichettatura esistenti a livello nazionale o regionale, i ministri hanno concordato sulla possibilità di istituire nuovi sistemi e di esentare dalla verifica da parte di terzi quelli regolamentati da leggi nazionali o dell'Ue, a condizione che questi ultimi "soddisfino gli standard dell'UE sia per quanto riguarda le procedure che le norme". Secondo l'approccio generale, i sistemi di etichettatura ecologica EN ISO 14024 di tipo 1 saranno esentati dalla verifica "se sono ufficialmente riconosciuti in uno Stato membro e sono conformi alle nuove norme". Il riconoscimento da parte di uno Stato membro sarebbe sufficiente per l'intero mercato dell'Ue.

Il clima

L'approccio generale introduce nuovi requisiti per dimostrare le richieste di risarcimento legate al clima, comprese quelle che riguardano i crediti di carbonio:; tali richieste sono spesso basate su crediti di carbonio generati al di fuori della catena del valore dell'azienda, ad esempio da progetti di silvicoltura o di energia rinnovabile. L'approccio generale prevede l'obbligo di fornire informazioni sul tipo e sulla quantità dei crediti di carbonio e sul loro carattere permanente o temporaneo.

La posizione del Consiglio distingue inoltre tra:

  • crediti di contributo (crediti di carbonio per contribuire all'azione per il clima);
  • richieste di compensazione (crediti di carbonio per bilanciare una quota di emissioni): in questo caso le aziende devono dimostrare un obiettivo di zero netto e mostrare i progressi verso la decarbonizzazione, nonché la percentuale di emissioni totali di gas serra che sono state compensate.

Le prossime tappe prevedono, secondo l'approccio generale del Consiglio, l'istituzione di una base per i negoziati con il Parlamento europeo sulla forma finale della direttiva: l'inizio dei negoziati è previsto per il nuovo ciclo legislativo.

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