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CLARA MOSCHINI

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Grano duro, il prezzo "non è giusto"

Cia tuona contro le ultime quotazioni: le Borse tornino a quotare il cereale almeno 450 euro a tonnellata

Il problema principale del grano duro è il prezzo. La qualità è superiore, a questo punto bisogna che le quotazioni ne riconoscano il valore. È quanto dichiarano Cia Puglia e Confagricoltura a proposito del grano duro, la cui campagna di raccolta è in svolgimento. Come già rilevato da Coldiretti, la siccità ha determinato un calo considerevole della produzione (tra il 40 e il 45%), ma con un tasso di qualità maggiore. 

Come osservano i presidenti provinciali di Cia Levante (Bari-Bat) Giuseppe De Noia e di Cia Capitanata, Angelo Miano "occorre che dopo due settimane di 'non-quotato', le Commissioni tornino a stabilire e a pubblicare le quotazioni e che queste ultime siano commisurate da un lato all’ottima qualità dei raccolti e dall’altro alla necessità di riconoscere un valore remunerativo per i produttori, che tenga conto dei costi di produzione sostenuti. Agli agricoltori consigliamo di conferire il proprio grano nei centri di stoccaggio delle cooperative che aggregano l’offerta, in modo da ottenere il massimo risultato possibile. C’è la necessità di un patto etico-sociale tra agricoltori e trasformatori per dare dignità al lavoro degli agricoltori”. 

L’ultima quotazione del grano duro alla Borsa Merci di Bari risale allo scorso 28 maggio, quando il “fino” valeva 349-354 Euro alla tonnellata e il “buono mercantile” si attestava su 333-338 Euro. Alla Borsa Merci di Foggia, invece, l’ultima quotazione risale al 29 maggio: 350-355 Euro per il fino e 320-325 Euro per il buono mercantile. 

“Si tratta -commentano in una nota De Noia e Miano- di quotazioni troppo basse, decisamente al di sotto dei costi di produzione, e comunque riferiti da valori del contenuto proteico e del peso specifico decisamente inferiori a quelli riscontrati in questi giorni sul campo. Non vorremmo che qualcuno prestasse il fianco a manovre opache e valutazioni palesemente discordanti rispetto a una realtà dei fatti del tutto evidente per quanto riguarda sia l’alta qualità dei raccolti sia i costi di produzione sostenuti dai nostri cerealicoltori". 

"Tornare a quotare il nostro grano duro è un dovere -aggiungono i due presidenti- a cui le Commissioni di Bari e di Foggia non devono sottrarsi. Siano fatte delle valutazioni giuste, eque, che preservino il principale anello della filiera da ulteriori e immotivate penalizzazioni. Occorre una quotazione che vada dai 450 Euro a tonnellata in su. Auspichiamo che il livello dell’attenzione di tutti sia massimo, come il nostro, e che agli agricoltori non siano riservate spiacevoli e ingiuste sorprese”.


Fc - 41765

EFA News - European Food Agency
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