Caporalato, qualcosa si muove
Primo bilancio del programma interistituzionale delle regioni del Sud
Sono state circa diecimila le richieste di informazioni e di ascolto arrivate negli ultimi 3 anni all’Helpdesk Anticaporalato del progetto Su.Pr.Eme, per la prevenzione e il contrasto allo sfruttamento del lavoro in agricoltura. È, questo, un primo bilancio di uno dei servizi del programma interistituzionale che vede collaborare tutte le regioni del Sud, ossia Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, con la Sicilia in qualità di capofila, assieme al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali-Direzione generale Immigrazioni.
L’Helpdesk Anticaporalato è un servizio multicanale, multilingue, specialistico, che, attraverso un numero verde (tel. 800 939 000), un messaggio WhatsApp (tel. 350 909 2008) o uno dei numerosi canali social collegati, è in grado di raccogliere segnalazioni e denunce dei lavoratori stranieri sfruttarti, accompagnandoli verso una rete di servizi a loro disposizione e fornendo loro ogni forma di tutela legale. È attivo dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 18:30 e risponde in 15 lingue: italiano, inglese, francese, arabo, pidgin, edo, benin, wolof, mandingo, fula e pular, pashto, urdu, punjabi ed hindi.
Il bilancio dell'Helpdesk contempla 2.000 casi presi in carico dagli operatori: tra questi, 192 hanno riguardato vittime accertate di sfruttamento lavorativo che sono state ascoltate e orientate ai servizi di emersione e protezione, garantendo loro tutto il supporto necessario.
"La morte di un lavoratore agricolo indiano avvenuta nei giorni scorsi a Latina, che si aggiunge ai decessi registrati nel recente passato nella nostra isola ha acceso nuovamente i riflettori sul caporalato e sullo sfruttamento lavorativo -spiega Nuccia Albano, assessore di Regione Sicilia al Lavoro e alle politiche sociali-. Il programma Su.Pr.Eme. ha messo a disposizione di oltre 15 mila beneficiari numerosi dispositivi e strumenti per affrancarsi ed emergere in una sfera di diritti e dignità".
"Esprimo vicinanza alla famiglia del giovane bracciante indiano -prosegue Albano- e a tutte le comunità straniere presenti in Italia che con il loro lavoro contribuiscono significativamente al benessere del nostro Paese, anche se troppo spesso finiscono nelle maglie di imprenditori che li sfruttano e offrono 'lavoro indecente'. Inoltre, pur essendo nato il servizio per supportare i lavoratori migranti nelle regioni del Mezzogiorno, il 55% delle chiamate proveniva da regioni del centro-nord, confermando che il caporalato è una piaga nazionale senza distinzioni tra settori produttivi e territori".
EFA News - European Food Agency