Canapa: emendamento a tutela dell'incolumità pubblica
Contrari agricoltori e sinistre. Ma fanno finta di ignorare che l'uso per l'industria è consentito
Il decreto fa chiarezza: fine dell'ipocrita (e falsa) distinzione tra droghe "leggere" e "pesanti".
Lo scopo fondamentale del cosiddetto "emendamento cannabis" è la tutela della salute personale e della pubblica sicurezza. Il testo passato due notti fa alla Commissione Affari Costituzionali della Camera (leggi notizia EFA News) modifica radicalmente la finalità della Legge n° 242 del 2 dicembre 2016, che legalizzava il commercio di cannabis a a contenuto di Thc inferiore allo 0,2%. Addio, quindi, all'uso ludico e ai negozi di "cannabis light" che avevano iniziato a riempire le strade delle città italiane dall'inizio del 2017.
Sinistre e agricoltori protestano e paventano la distruzione del settore ("a rischio migliaia di posti di lavori e il futuro di centinaia di imprese", minaccia l'ad di Filiera Italia) ma fanno finta di ignorare che la norma non vale per tutti gli usi industriali, ossia per quelle filiere (tessile, edilizia, farmaceutica) per le quali i coltivatori possono tranquillamente continuare a coltivare la canapa.
Le modifiche apportate dall'emendamento al ddl Sicurezza sono finalizzate ad "evitare che l'assunzione di prodotti costituiti da infiorescenze di canapa (Cannabis sativa L.) o contenenti tali infiorescenze possa favorire, attraverso alterazioni dello stato psicofisico del soggetto assuntore, comportamenti che espongano a rischio la sicurezza o l'incolumità pubblica ovvero la sicurezza stradale", si legge nel testo.
Per i trasgressori saranno applicate le sanzioni previste dal titolo VIII del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n° 309. Nella sostanza, ciò significa che non verrà fatta più alcuna distinzione tra cannabis ad alto principio attivo e cannabis "light". Il punto di riferimento etico è molto chiaro: non esistono "droghe pesanti" o "droghe leggere" ma qualunque sostanza stupefacente è dannosa e suscettibile di divieto.
Soddisfazione per l'emendamento approvato è stata espressa da Pro Vita & Famiglia Onlus, il cui presidente Antonio Brandi sottolinea: "La cannabis, anche quando contiene bassi livelli di Thc, è comunque una droga che altera lo stato psicofisico di chi la assume, mettendo a rischio la sicurezza altrui e l’incolumità pubblica. Come confermano i più recenti studi, peraltro, tra chi consuma cannabis “a scopo ricreativo” la probabilità di avere una psicosi con paranoie o allucinazioni è tra il 19 e il 21%".
"È inoltre altissimo", rimarca Brandi, "il rischio che il mercato della cannabis light possa produrre un effetto di normalizzazione del consumo di droga negli adolescenti, esposti alla sua pubblicizzazione per le strade e online. Il Governo Meloni dimostra anche con questa iniziativa, che speriamo sia presto trasformata in legge, di aver preso seriamente a cuore la lotta alla droga e alla cultura che banalizza i drammi sociali e familiari che genera".
Di tutt'altro avviso, come detto, le principali associazioni agrarie (sul tema singolari alleate con gli storici antiprobizionisti), che pongono l'accento sul presunto danno economico per il settore primario derivante dalle restrizioni. “Gli sforzi della filiera italiana della canapa industriale vengono vanificati dall’approvazione dell'emendamento al Ddl Sicurezza”, si legge in una nota di Confagricoltura.
Da parte sua, Cia - Agricoltori Italiani considera l'approvazione dell'emendamento "una grave sconfitta per la libera impresa in Italia. E’ stato, così, bloccato un settore in forte crescita, trainato soprattutto dai giovani agricoltori”.
"Un danno enorme per gli imprenditori di un intero settore produttivo", dice l'ad di Filiera Italia Scordamaglia.
Sulla questione. è opportuno ricordare che il ministero della Salute, dopo i pareri favorevoli del Consiglio Superiore di Sanità e dell'Istituto superiore di Sanità, ha emesso un decreto che equipara le composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di cannabis, ai farmaci. Tali prodotti, con buona pace degli antiproibizionisti e degli agricoltori attirati dal business facile, si potranno acquistare solo in farmacia e dietro presentazione di ricetta medica.
EFA News - European Food Agency