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CLARA MOSCHINI

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Logistica, gli incidenti dei tir evidenziano problemi di sicurezza iirrisolti

Trasportounito: il lieve miglioramento (-0,4%) dei sinistri con camion merci è solo "fumo negli occhi"

Non è una bella notizia, né una presa di posizione ottimistica, quella odierna di Trasportounito, cooperativa consortile che conta oggi più di 500 soci e circa 3.-000 veicolli. Soprattutto non lo è in un periodo come questo, in cui su strade e autostrade incrociare camion caicichi di merce è pratica quotidiana. Ebbene, l'associazione dei trasportatori merci spegne i facili entusiasmi dopo la divulgazione dei dati secondo cui gli incidenti stradali in Italia per quanto riguarda i camion merci sono diminuiti dello 0,4% nel 2023. "Non è certo rassicurante, in un Paese che denuncia i più allarmanti livelli di sinistrosità stradale rallegrarsi per una contrazione dello 0,4% negli incidenti che vedono protagonisti mezzi pesanti”, sottolinea il segretario di Trasportounito Maurizio Longo. "Il 'lieve miglioramento', così come sottolineato nel recente rapporto sugli incidenti stradali di Aci-Istat, nei livelli di sicurezza dei Tir che viaggiano sulle autostrade e strade italiane, è solo fumo negli occhi", aggiunge. Più precisamente "i problemi che creano le premesse per incidenti sono tutti irrisolti e tendono ad aggravarsi. Non solo i numeri di incidenti e vittime rimangono altissimi ma le principali cause che li determinano non sono affrontate". E Trasportounito le sintetizza in tre fattori.

"A causa di una vera e propria pigrizia burocratica e legislativa del Sistema Italia -sottolinea Longo individuando il primo fattore di rischio- non è stato inquadrato e affrontato il grande problema, posto dall’Ue, relativo al fissaggio del carico dei mezzi pesanti. Dal 1 gennaio 2024, per mancato o inadeguato fissaggio del carico, si sono auto-ribaltati sulle strade italiane circa 130 Tir, il 90% dei quali perché non rispondeva ai criteri tecnici del “fissaggio del carico”. 

"Nel nostro Paese -aggiunge il segretario- la disposizione europea non è stata trasformata in obbligazioni e responsabilità dei centri di carico, in conoscenze e controlli visivi da parte dei conducenti dei veicoli industriali o di specifiche autorità addette ai controlli. Autorità che dovrebbero disporre di strumenti specifici per verificare che durante il trasporto infatti tutte le unità di carico non rischino lo scivolamento, il ribaltamento, il rotolamento, lo spostamento incontrollato o deformazioni sostanziali e rotazioni in qualsiasi direzione".

Il secondo fattore di rischio è determinato dalle "mancate modifiche sostanziali nella formazione professionale dei nuovi conducenti; formazione che non corrisponde più alle moderne esigenze di guida di mezzi a tecnologia avanzata". Il terzo fattore si riferisce alle normative, che continuano a esistere “per volontà politica e istituzionale”, e che "incidono negativamente sulle imprese di autotrasporto costringendole ad accettare rapporti contrattuali ed economici talora di vera e propria “schiavitù finanziaria” con riflessi immediati sulle condizioni operative spesso spinte ai margini della legge".



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