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CLARA MOSCHINI

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Lotta al caporalato, due arresti e 475 mila euro sequestrati nel veronese

Indagine della Guardia di Finanza di Legnago: 33 indiani costretti in "stato di sfruttamento"

Continua la caccia ai "caporali" da parte della Guardia di finanza sempre più impegnata a contrastare il fenomeno del caporalato nelle campagne e nei terreni agricoli della Penisola. Questa volta ad agire è stata la Compagnia di Verona che, riporta il comunicato ufficiale, "in continuità con la recente attività svolta dalla dipendente Compagnia della Guardia di Finanza di Legnago che aveva consentito di denunciare due cittadini di nazionalità indiana, residenti in Cologna Veneta (VR), indagati per i reati di cui all’art. 600 c.p. (Riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù) e all’art. 603 bis c.p. (Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro), l’Autorità Giudiziaria scaligera, ha emesso nei loro confronti due ordinanze di custodia cautelare in carcere".

I due arrestati, sarebbero due fratelli che da anni vivono a Cologna Veneta: dalle attività di indagine è emerso che i due responsabili avevano costretto a lavorare 33 cittadini indiani sprovvisti di documento di identità, "in totale stato di sfruttamento, maltrattamento e segregazione, costringendoli a vivere in condizioni precarie e degradanti, in evidente spregio di qualsivoglia norma igienico-sanitaria".

La tempestiva emissione delle ordinanze, sottolinea la nota delle Fiamme gialle, "si è resa necessaria alla luce dell’elevato rischio di inquinamento probatorio: infatti, uno dei due caporali, repentinamente rientrato in India il giorno seguente al blitz, aveva iniziato ad esercitare forti pressioni nei confronti delle famiglie dei braccianti affinché gli stessi ritrattassero quanto riferito ai finanzieri". Le stesse, prosegue la nota, "si erano indebitate, arrivando anche ad impegnare tutti i loro beni, per pagare 17.000 Euro richiesti dai caporali con cui avevano garantito il permesso di lavoro per l’ingresso e la permanenza nel territorio Italiano. Qualche giorno dopo il suo rientro in Italia, l’amara sorpresa".

I finanzieri della Compagnia di Legnago hanno dato esecuzione ai due provvedimenti, emessi dal gip del tribunale di Verona, "a carico dei responsabili, i quali sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Montorio Veronese a disposizione dell’autorità giudiziaria".

"La colpevolezza dei due soggetti -conclude la nota della Guardia di finanza- sarà definitivamente accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile, vigendo la presunzione di innocenza prevista dall’art. 27 della Costituzione".

Le indagini sui due, coordinate dalla Procura della Repubblica scaligera, hanno fatto emergere una realtà fatta di promesse per un futuro migliore in Italia “garantito” dietro il pagamento di un corrispettivo di 17.000 Euro necessari per ottenere l’ingresso in territorio nazionale e un impiego stagionale nel settore dall’agricoltura. Una volta arrivati in Italia, però, sottolinea la Guardia di finanza, quanto loro promesso andava inesorabilmente a cozzare contro turni di lavoro giornalieri da 10-12 ore 7 giorni su 7, mentre la spettante retribuzione di appena 4 Euro l’ora veniva trattenuta dagli stessi "caporali" fino a estinzione del debito. In alcuni casi pare che gli stessi caporali abbiano promesso il rilascio di un permesso di lavoro definitivo in cambio di ulteriori 13 mila Euro, permesso che, ovviamente, non sarebbe mai stato concesso.

I due indiani, inoltre, secondo l'indagine, si premunivano sottraendo ai lavoratori i loro passaporti, con il divieto assoluto di uscire dai fatiscenti alloggi in cui erano costretti a restare nelle poche ore di riposo concessegli, per di più sotto minaccia (peraltro più volte attuata) di ritorsioni fisiche in caso di ribellione.

Per arrivare a scoprire questa inquietante quanto inaccettabile situazione, gli uomini della GdF veronese hanno dovuto compiere numerosi appostamenti, documentando in tal modo agli inquirenti come i malcapitati, già alle prime luci dell’alba, venissero fatti salire su camion telonati nonché ammassati e nascosti tra le cassette di ortaggi presenti a bordo pèer essere condotti tra campagne e serre della bassa veronese.

Le attività di perquisizione portate a termine dalle Fiamme Gialle hanno in particolare interessato tre alloggi di proprietà dei suddetti “caporali” e che gli stessi utilizzavano per farci dimorare i braccianti: stabili che, peraltro, si presentavano fortemente degradati oltre che in totale violazione delle norme igienico-sanitarie.

I 33 cittadini indiani individuati dai finanzieri, dopo essere stati identificati, hanno deciso di denunciare le situazioni di sfruttamento, maltrattamento e segregazione alle quali erano stati ridotti. Al fine di tutelare gli stessi braccianti da possibili ritorsioni, la GdF ha provveduto a coinvolgere l’Organizzazione internazionale per le migrazioni e i servizi sociali della Regione Veneto, i quali hanno prontamente fornito la loro assistenza finalizzata alla ricollocazione dei lavoratori in questione in ambienti protetti, anche per un futuro avviamento in percorsi lavorativi oltreché d’inclusione sociale.

Sono, inoltre, stati sequestrati dalla GdF circa 475 mila Euro: il sequestro, disposto con decreto d’urgenza, era relativo alle disponibilità dei due indagati, risultati essere “evasori totali”, entrambi titolari di ditte individuali operanti nel settore dell’agricoltura ma senza dipendenti formalmente assunti, 

Fc - 43184

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