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CLARA MOSCHINI

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Vieste. Torna la settimana dell'olio

L’happening tra divulgazione, degustazioni e previsioni sulla prossima campagna olearia

Parte oggi a Vieste, in provincia di Foggia, “La Settimana dell’Olio”, grande happening dedicato all’oro verde del Gargano e alle produzioni olivicole locali, in programma fino al 30 agosto prossimo.

Giunto alla sua ottava edizione, l’evento mira a diffondere a 360° la cultura dell’olio extravergine d’oliva grazie alla presenza, secondo un format ormai consolidato, di maestri olivicoltori e frantoiani, assaggiatori professionisti, chef, panificatori d'eccellenza e giornalisti del settore. Visto che l’olio rappresenta la principale voce agroalimentare del promontorio pugliese, con 16mila tn di olive raccolte nella scorsa campagna olearia sulle 22mila dell’intera provincia, e 40 frantoi sparsi sul territorio. “Il prezzo è troppo spesso l’unico parametro ad orientare l’acquisto dell’olio”, spiega Sabrina Pupillo, tecnologa alimentare e direttrice organizzativa dell’evento. “Con l’appuntamento di Vieste vogliamo contribuire a formare i consumatori nel riconoscere ed apprezzare i prodotti di qualità. 

Ma nello stesso tempo suggerire agli imprenditori olivicoli percorsi di crescita per migliorare le proprie produzioni: perché solo grazie ad oli di eccezionale qualità è possibile affrontare i mercati con prezzi più remunerativi”. E in un momento in cui un italiano su tre non acquista più evo a causa dei prezzi e il 45% dei consumatori sta riscoprendo l’olio di semi (sondaggio Istituto Piepoli marzo 2024) di formazione c’è un gran bisogno. 

Via libera dunque nella cinque giorni viestana a degustazioni tra gli ulivi secolari, abbinamenti pesce-olio sui trabucchi storici, show cooking oliocentrici e assaggi guidati di evo garganici con Indra Galbo, capo panel Guida Oli d’Italia Gambero Rosso. Tra le novità, un laboratorio di degustazione dedicato ai più piccini, con tanto di votazione finale, e prove generali di abbinamento tra oli e gelati artigianali. E per gli incontri con i produttori da non perdere il mercatino di Marina Piccola e le 12 aziende espositrici (Olio della Valle, I Tesori del Sud, Le Fronde, Tenute Il Mandrione, Agri-costella, Olio Primofiore, Valle degli Ulivi, Latorre Paolo, Oliveto Medina, Olio Purofiore, Fratelli Spina, Antichi Ulivi). 

A fare gli onori di casa l’ogliarola garganica, cultivar regina del promontorio (rappresentando il 70% della produzione locale, seguita a ruota da un 20% di coratina e un 10% di peranzana) che da vita ad un olio “fruttato medio, con note di mandorla, dal gusto leggero”, spiega ancora Pupillo, “assai versatile e apprezzatissimo dai consumatori che non amano i gusti troppo intensi”. Nota dolente del comparto: la scarsa presenza di produzioni certificate. Benché il Gargano rientri nell'areale dell’olio Dauno Dop (indicazione da molti considerata poco identificative del territorio), sottozona Gargano, e dell'IGP Puglia, ad acquistare oli d’origine protetta sono veramente in pochissimi, complice una scarsa conoscenza e comprensione da parte del pubblico dei prodotti certificati. Propensione questa che disincentiva i produttori, specie quelli più piccoli, ad affrontare il lungo iter di riconoscimento e la produzione della necessaria documentazione. 

Molto richiesto (e realizzato) invece il biologico, grazie agli incentivi UE e a fasce di mercato sempre più orientate verso questo tipo di prodotto. Non a caso la quotazione del biologico italiano il 13 agosto scorso spuntava i 9,35 E/Kg (dati Teatro Naturale) mentre i primi del mese l’evo sulla piazza di Foggia toccava gli 8,95 E/kg e il Dop Dauno il 9,8 E/kg (dati ISMEA). 

Ma l’evento viestano è anche l’occasione per fare il punto sulla campagna olearia che verrà. “Sappiamo che la situazione non sarà rosea a causa della forte siccità”, spiega Guido Cusmai, presidente di APO Foggia, op di 2000 olivicoltori della provincia, e membro del cda di Italia Olivicola, “ma contiamo di mantenere stabile la produzione, rimanendo intorno alle 20/22mila tn di olive dello scorso anno. Certo, chi si è avvalso dell’irrigazione di soccorso sarà avvantaggiato e avrà di sicuro un buon prodotto: ma la diga di Occhito, sul Fortore, già dal 13 agosto non eroga più acqua per l’agricoltura. Le condizioni pedoclimatiche del nostro territorio, dai Monti Dauni al Tavoliere fin sul Gargano, sono però talmente differenti che con ogni probabilità si raggiungerà un equilibrio sulle quantità prodotte: e aree come San Severo e Torremaggiore, che nel 2023 hanno avuto un annata di scarica, quest’anno potrebbero produrre di più. Del resto gli impianti storici del Gargano, l’area di maggiore produzione della provincia (con un minimo di 80 e un massimo di 150 piante per ettaro) sono da sempre coltivati in asciutto e alle carenze d’acqua sono in parte abituati. E comunque alla raccolta manca ancora un mese: tutto può succedere”. 

Ma l’orografia impervia del promontorio influisce sensibilmente sui costi di gestione e, a cascata, sul prezzo del prodotto finale. 

“Per questo abbiamo chiesto alla Camera di Commercio di istituire finalmente una Commissione Listino Olio della provincia di Foggia”, spiega ancora Cusmai. “Non possiamo fare più riferimento per i prezzi, come è stato fino adesso, ai listini di Pescara o Bari: perché lì, in pianura, la raccolta è molto più agevole e i costi più bassi. In questo modo sarà possibile avere per le aziende un prezzo di riferimento e calibrare delle giuste tariffe. Che quest’anno si aggirano intorno agli 8,50-9 E/kg all’ingrosso, con punte di 15 E per il prodotto imbottigliato”. 

Rispetto al contesto allarmistico profilato nel resto della regione, un quadro insomma nell’insieme confortante. La direttrice Pupillo mantiene però il riserbo: “Non dire mai oliva. Finché non l’hai nel cassone”.

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