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CLARA MOSCHINI

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Intesa Sanpaolo /2. Lazio e Abruzzo: export a 39,2 mld euro nel 2023

Dati in crescita rispetto al 2016 (+40%). Agroalimentare di peso in entrambe le Regioni

Nel 2023 i valori esportati dai territori della Direzione Regionale Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo si sono assestati a quota 39,2 miliardi di euro, il 40% in più rispetto al 2016 (+48,3% il Lazio, +23,3% l’Abruzzo). Un elevato contributo viene dal Lazio (oltre 29 miliardi di euro di export) dove il primo settore per vendite all’estero è la farmaceutica, seguito da chimica, metallurgia, aerospazio, agroalimentare e sistema moda. Nel 2023 le esportazioni dell’Abruzzo hanno superato i 10 miliardi di euro, con un peso importante del settore automotive, seguito da farmaceutica, agro-alimentare, meccanica e sistema moda.

Nel primo semestre del 2024 le esportazioni delle due regioni hanno mostrato un buon tasso di crescita rispetto allo stesso periodo del 2023 (+6,7% il Lazio, +2,1% Abruzzo) in controtendenza rispetto alla media italiana (-1,1% tendenziale); in particolare, per il Lazio il maggior contributo è venuto dal settore farmaceutico (+24,1% rispetto ai primi sei mesi del 2023), seguito da elettronica (+20,5%) e agro-alimentare (13,4%), che compensano i cali di aerospazio (-40,8%), metallurgia (-39,5%) e sistema moda (-10,7%). Per l’Abruzzo, le ottime performance della farmaceutica (+43,5%) e del sistema moda (+19,1%) si contrappongono ai cali dell’automotive (-6,5%) e della gomma e plastica (-23%).

Alla buona dinamica dell’economia italiana ha contribuito anche la forte ripresa degli investimenti che tra il 2016 e il 2023 hanno registrato un aumento pari al 35,7% a prezzi costanti in Italia (+39,2% per il Lazio, +28,4% per l’Abruzzo). Abbiamo fatto decisamente meglio rispetto ai nostri principali competitor: la Francia ha messo a segno un progresso del 19,2%, la Spagna ha mostrato una crescita del 14,3%, mentre la Germania si è fermata al +4,5%.Si tratta di un cambio di passo significativo rispetto al recente passato: basti pensare che tra il 2008 e il 2016 i nostri investimenti si erano ridotti del 22,4% (-11,6% per il Lazio, -20,5% per l’Abruzzo), mentre quelli tedeschi erano saliti del 9,9%. Industria 4.0 (dal 2017) e Superbonus (dal 2021) spiegano questa performance, sintesi del balzo delle costruzioni (+47,1% nel periodo 2016-2023), ma anche della dinamica degli investimenti italiani in macchinari, mezzi di trasporto e Ict (+29,3%) e in beni immateriali (R&S e software; +20,2%).

"Dopo il rallentamento osservato tra il 2023 e il 2024, il prossimo anno ci aspettiamo una ripresa dell’economia italiana che potrà contare sul contributo dei consumi e degli investimenti", si legge in una nota di Intesa Sanpaolo. "In questa direzione spingono il rientro dell’inflazione, la riduzione dei tassi di interesse e la realizzazione degli investimenti del Pnrr. L’80% della spesa effettiva del Pnrr si concentrerà nel triennio 2024-2026, con potenziali ricadute molto positive sul rilancio delle infrastrutture e sulle transizioni digitale e green e, in ultima analisi, sull’aumento del tasso di crescita potenziale del Pil. Dal canto loro, le imprese manifatturiere hanno le risorse per continuare a investire in tecnologia e in transizione green".

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