Finisce un'epoca: Tupperware porta i libri in tribunale
Lo storico marchio dei contenitori per il cibo chiede il Chapter 11 sotto il peso dei debiti
Se non è la fine di un'poca poco ci manca. Il termine tupperware, da nome proprio, quello di Earl Silas Tupper che fondò l'azienda negli Stati Uniti, nell'arco di quasi cent'anni è riuscito a diventare sostantivo, a indicare il contenitore del cibo che possiamo portarci appresso o riporre in frigorifero. Ebbene, questa iconica, è il caso di dirlo, azienda nel suo nome completo, ossia Tupperware Brands Corporation ha finito di operare oggi. La multinazionale con sede a Orlando in Florida, infatti, ha annunciato oggi che la "società e alcune delle sue filiali hanno avviato volontariamente la procedura del Chapter 11 presso il Tribunale fallimentare degli Stati Uniti per il Distretto del Delaware".
Finisce così, dunque, una storia lunga quasi un secolo e una 'storia giudiziaria' anch'essa lunga, un paio d'anni o poco più: dal 2022 la società non pubblicava più i bilanci e oggi, il numero di creditori è stimato tra 50.000 e 100.000: al momento, i debiti stimati sarebbero compresi in una forbice tra 12 miliardo e 10 miliardi di dollari.
Non tutto è finito, potrebbe dire qualche leguleio incallito. Effettivamente è così, perché il Chapter 11 si distingue dal Chapter 7, la bancarotta, perché, pur essendo una procedura fallimentare, non prevede la liquidazione dell’azienda. Il tribunale blocca in automatico tutte le azioni dei creditori volte alla riscossione dei crediti e chi vanta crediti nei confronti di Tupperware sarà ripagato a seconda del proprio ruolo: prima i creditori garantiti, poi i dipendenti che attendono gli stipendi arretrati, quindi i fornitori e solo infine il resto dei creditori. Se il piano di risanamento non venisse accettato dal tribunale o si rivelasse impossibile da eseguire, il Chapter 11 potrebbe essere superato e, in quel caso, si passerebbe al vero e proprio Chapter 7, la bancarotta con liquidazione della società.
Nell'ultimo trimestre del 2022, le vendite sono crollate del 20% rispetto all'anno precedente, raggiungendo 313,7 milioni di dollari: a fine esercizio, la società ha registrato perdite per 35,7 milioni di dollari. Ma già a marzo 2020 aveva registrato forti difficoltà a causa del calo delle vendite e di un modello di business che non era più al passo con i tempi e sul quale premeva la concorrenza dell’e-commerce. Poi è avvenuta una specie di rinascita: il lockdown e, soprattutto, la chiusura dei ristoranti l'avevano fatta risorgere (leggi EFA News) tanto che, dopo una debacle in Borsa ad aprile 2023 con il 48,7% perso in una sola seduta l'azienda, ad agosto 2023, annunciava di aver raggiunto un'intesa con i suoi finanziatori per ridurre o riallocare circa 150 milioni di dollari di interessi e commissioni in contanti e avere accesso immediato a una capacità di prestito rotativo di circa 21 milioni di dollari (leggi EFA News). Oggi, l'ultimo atto.
"Tupperware -comunica la nota nota ufficiale- cercherà di ottenere l'approvazione della Corte per continuare a operare durante la procedura e rimane concentrata nel fornire ai propri clienti i suoi premiati e innovativi prodotti attraverso i consulenti di vendita Tupperware, i partner di vendita al dettaglio e online. La società cercherà, inoltre, di ottenere l'approvazione della Corte per agevolare un processo di vendita dell'azienda al fine di proteggere il suo marchio iconico e far progredire ulteriormente la trasformazione di Tupperware in un'azienda orientata al digitale e alla tecnologia".
Dopo la nomina di un nuovo management team nell'ultimo anno, prosegue la nota, "Tupperware ha implementato un piano strategico per modernizzare le sue operazioni, rafforzare le capacità omnichannel e aumentare l'efficienza per stimolare la crescita". L'azienda, sostengono dalla sede di Orlando, ha compiuto progressi significativi e intende continuare questo importante lavoro di trasformazione.
“Se siete un membro dedicato del nostro team Tupperware, se vendete, cucinate o semplicemente amate i nostri prodotti, siete parte della nostra famiglia Tupperware -ha dichiarato il presidente e amministratore delegato Laurie Ann Goldman-. Abbiamo intenzione di continuare a servire i nostri stimati clienti con i prodotti di alta qualità che amano e di cui si fidano durante questo processo. Negli ultimi anni, la posizione finanziaria dell'azienda ha subito un forte impatto a causa del difficile contesto macroeconomico. Di conseguenza, abbiamo esplorato numerose opzioni strategiche e abbiamo deciso che questa è la strada migliore da percorrere. Questo processo ha lo scopo di fornirci una flessibilità essenziale nel perseguire alternative strategiche per sostenere la nostra trasformazione in un'azienda digital-first, guidata dalla tecnologia e meglio posizionata per servire i nostri stakeholder”.
Secondo il comunicato ufficiale, "non sono previste modifiche agli accordi con i consulenti di vendita indipendenti di Tupperware. L'azienda presenterà alcune mozioni consuete per ottenere l'approvazione della Corte per sostenere le sue operazioni durante il processo, compreso il pagamento continuo degli stipendi e dei benefit dei dipendenti, nonché il compenso ai venditori e ai fornitori secondo i termini normali per i beni e i servizi forniti alla data di deposito o successivamente".
EFA News - European Food Agency