Libri. "La natura bella delle cose": la visione di Slow Food
Il saggio di Barbara Nappini associa le scelte del cibo al sogno di cambiare il mondo
Gli eventi della nostra vita narrano chi siamo e ancora più chi vogliamo diventare. Quando prendiamo decisioni dirompenti spesso si aprono spazi inaspettati, prima solo lontanamente immaginati. È questo che tra le righe emerge dal libro "La natura bella delle cose" (Slow Food Editore, Bra, 2024) firmato dal presidente di Slow Food Barbara Nappini, un saggio appassionato, che ci invita all’azione raccontandoci non soltanto quello che nel mondo non funziona ma anche, e soprattutto, gli uomini e le donne che possono rendere la nostra Terra migliore, nella sua bellezza più autentica.
"Nelle storie che ha incontrato sul suo cammino e che racconta in questo libro, Barbara Nappini evidenzia perché sia necessario cambiare direzione", scrive nella prefazione Carlo Petrini, fondatore di Slow Food. "Perché non sia più possibile perseverare in un sistema economico-produttivo che genera sofferenza per la nostra Terra Madre, violando i diritti e le libertà di molti popoli. Questo vale su larga scala, trovando però le peggiori contraddizioni nel sistema alimentare globale, ovvero in quel settore primario che, innanzitutto, dovrebbe mirare alla sopravvivenza degli esseri umani, nel pieno rispetto di ogni altra forma di vita".
"La bellezza è un motore silenzioso e potente", prosegue Petrini, "in grado di riconnetterci con gli altri e con quello che ci circonda: le cose belle sono le azioni quotidiane, solo apparentemente insignificanti, impastare il pane, affrontare realtà dure ma sorprendenti, come salire su una nave che salva vite in mare, discutere sulla potatura degli olivi riconoscendo il valore degli alberi e dei loro frutti, rispondere alla violenza con gesti di pace. Grandi e piccole scelte che ci permettono di restare umani".
EFA News - European Food Agency