Export. Intesa Sanpaolo: Emilia-Romagna e Marche a 105 mld euro
Le due regioni nel loro complesso coprono il 17% delle vendite italiane all'estero
L'Emilia-Romagna ha dato un contributo significativo all'export italiano con oltre 85 miliardi di euro a valori correnti. I principali settori trainanti sono stati meccanica, automotive, agroalimentare e sistema moda, seguiti da prodotti e materiali da costruzione, chimica ed elettrotecnica. I dati emergono dal Analisi del contesto economico a cura del Research Department Intesa Sanpaolo, in occasione della tappa bolognese dell'attuale edizione di "Imprese vincenti".
Secondo il report, inoltre, nel 2023, le esportazioni delle Marche hanno superato i 20 miliardi di euro, con un contributo importante del settore farmaceutico, della cantieristica navale e della meccanica, che insieme spiegano più di due terzi della crescita complessiva dal 2016 (+66%) e hanno compensato gli arretramenti di alcuni storici settori di specializzazione della regione.
I territori della Direzione Regionale Emilia-Romagna Marche, con 105 miliardi di euro nel 2023, rappresentano il 17% delle esportazioni italiane. Una spinta decisiva alla crescita dell’economia italiana è venuta dalla forte ripresa degli investimenti, che tra il 2016 e il 2023 sono aumentati del 35,7% a prezzi costanti a livello nazionale (+37,4% per l’Emilia-Romagna e +42,6% per le Marche). L’Italia ha fatto decisamente meglio rispetto ai principali competitor: la Francia ha messo a segno un progresso del 19,2%, la Spagna ha mostrato una crescita del 14,3%, mentre la Germania si è fermata al +4,5%.
Si tratta di un cambio di passo significativo rispetto al recente passato: basta pensare che tra il 2008 e il 2016 i nostri investimenti si erano ridotti del 22,4% (-28,2% per l’Emilia-Romagna e -26,2% per le Marche), mentre quelli tedeschi erano saliti del 9,9%. Misure come “Industria 4.0” (dal 2017) e Superbonus (dal 2021) sono state fondamentali nel guidare questa performance, sintesi del balzo delle costruzioni (+47,1% nel periodo 2016-2023), ma anche della buona dinamica degli investimenti in macchinari, mezzi di trasporto e Ict (+29,3%) e in beni immateriali (R&S e software; +20,2%).
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