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CLARA MOSCHINI

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Corte dei Conti Ue: obiettivi del Green Deal lontani

I revisori di Losanna bacchettano l'Europa: piani nazionali poco verdi

Qualcuno l'aveva detto. Puntando su due temi come sicurezza e competitività il Green deal passa in secondo piano, appare come una "non priorità". Era stata decisamente chiara la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, durante la conferenza stampa di presentazione della sua nuova squadra dopo la sua rielezione. Ebbene, pare proprio che stia accadendo questo, almeno stando a quanto sottolineato dalla Corte dei Conti Ue che ieri ha pubblicato un'analisi sul contributo 'verde' della Pac, la politica di finanziamento degli agricoltori e delle imprese agricole. 

"C’è un abisso tra i valori-obiettivo climatico-ambientali dell’Ue e i piani agricoli elaborati dagli Stati membri": è questa la conclusione della relazione pubblicata dalla Corte dei conti europea secondo cui la politica agricola comune per il periodo 2023-2027 ha dato agli Stati membri la flessibilità necessaria per riflettere nei propri piani gli ambiziosi obiettivi ecologici dell’Ue. "Tutti gli Stati membri -scrivono i giudici revisori dalla loro sede di Losanna- si sono avvalsi delle esenzioni per le condizioni agricole e ambientali, mentre alcuni di essi hanno ridotto o ritardato l’applicazione delle misure verdi necessarie per ottenere i fondi dell’Ue". Nel complesso, gli auditor della Corte concludono che i piani nazionali della Pac non sono molto più ambiziosi di prima per la tutela ambientale.

Circa 378,5 sono i miliardi di Euro erogati dalla Pac 2021-2027, soldi che mirano, oltre che ad assicurare il sostegno a un reddito adeguato per gli agricoltori, la sicurezza alimentare e i mezzi di sostentamento nelle zone rurali, anche a difendere l’ambiente dai danni e dai cambiamenti climatici, che possono anch’essi avere ripercussioni dirette sulla produzione agricola (in caso, ad esempio, di condizioni meteorologiche estreme).

“L’impostazione della politica agricola comune è migliorata sotto il profilo ecologico -dichiara Nikolaos Milionis, il Membro della Corte dei conti europea responsabile dell’audit-. Tuttavia, rispetto al passato, non abbiamo riscontrato differenze sostanziali nei piani agricoli degli Stati membri. La nostra conclusione è che le ambizioni climatico-ambientali dell’Ue non trovano sponda a livello nazionale e che mancano, inoltre, elementi chiave per valutare la performance ecologica”.

La nuova Pac, sottolinea la Corte dei conti europea, ha introdotto maggiori condizioni per ottenere i fondi dell’Ue, offrendo nel contempo agli Stati membri maggiore flessibilità nell’applicazione di determinate norme: ha poi istituito i regimi ecologici, che premiano le pratiche benefiche per il clima, l’ambiente e il benessere degli animali, e ha riconfermato le misure di sviluppo rurale; in entrambi i casi ha previsto l’obbligo, assolto da tutti gli Stati membri, di assegnare una percentuale minima di fondi alle misure climatico-ambientali. 

Tuttavia, fanno notare i revisori, "rispetto al periodo precedente, la Corte non ha riscontrato un miglioramento sostanziale dei piani Pac sotto il profilo ecologico: inoltre, in risposta alle proteste degli agricoltori del maggio 2024 sono stati allentati alcuni requisiti di condizionalità (come la rotazione delle colture per migliorare la qualità del suolo, ora divenuta facoltativa) e, pertanto, l’impatto verde dei piani potrebbe essere ancora inferiore".

La Corte ha, inoltre, rilevato che i piani Pac non sono ben allineati al Green Deal, che pure rappresenta una delle principali politiche dell’Ue a favore del clima e dell’ambiente. Le norme, sottolineano i giudici, "non impongono agli Stati membri di includere nei rispettivi piani agricoli una stima dei contributi della Pac ai valori-obiettivo del Green Deal". 

A giudizio della Corte, l’aumento dei terreni coltivati con metodi biologici è l’unico obiettivo misurabile. Peraltro, dicono, sarà molto difficile raggiungere il valore fissato dal Green Deal a questo riguardo per il 2030. Stando all’analisi della Corte, il conseguimento degli obiettivi del Green Deal dipende in larga misura da azioni che esulano dalla Pac.

Gli auditor segnalano poi che il quadro di monitoraggio per verificare la performance ecologica della Pac è stato semplificato, ma manca di elementi chiave (ad esempio, la mera comunicazione delle azioni intraprese per ridurre le emissioni non è indicativa di una loro riduzione effettiva). La Corte "raccomanda pertanto di rafforzare il quadro, in particolare definendo con chiarezza valori-obiettivo e indicatori di risultato che misurino i progressi compiuti".

Bruxelles sembra aver preso atto delle raccomandazioni della Corte con sede a Lussemburgo ma respinge le accuse di non rispettare l'ambizione dell'Ue di sostenere la sostenibilità dei nostri agricoltori. "Per realizzare questa ambizione è necessario che tutti gli attori della filiera alimentare e gli Stati membri vi aderiscano", commenta via X il commissario polacco uscente, Janusz Wojciechowski.

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