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CLARA MOSCHINI

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MartinoRossi, la filiera agroindustriale italiana del veg

Intervista col dg Manuel Sirgiovanni: "Ricerca e sviluppo nascono sul campo"

Presentate a Milano le novità dedicate al mondo consumer.

Un fatturato 2023 di quasi 70 milioni di euro, un moderno stabilimento a Malagnino (Cremona), sede dell’headquarter, affiancato dall’hub operativo di Grosseto e da un’unità operativa a New York, oltre a una piattaforma logistica a Chicago per la gestione della distribuzione di farine e semilavorati sul mercato nordamericano. Con oltre 16.000 ettari coltivati in regime di filiera controllata e un catalogo che conta più di 1.100 prodotti trasformati e customizzati. È la fotografia di MartinoRossi, azienda italiana fondata agli inizi degli anni ’50, specializzata nella produzione di farine, preparati e ingredienti funzionali da cereali e legumi senza glutine, senza allergeni, senza OGM coltivati in filiera controllata.

Abbiamo incontrato a Milano il direttore generale Manuel Sirgiovanni, in occasione della presentazione delle novità dedicate al mondo consumer.

“Un concetto che ribadiamo spesso è che la ricerca e lo sviluppo non nascono tanto in laboratorio, quanto direttamente sul campo. Conoscere a fondo la materia prima fin dall'origine significa saperla valorizzare, perché ne comprendi l'ambiente di crescita e le sue caratteristiche". Così si appassiona Sirgiovanni nel presentare i marchi Beamy, Goodly, Mr. Beans e Mais Corvino. Parlando di quest'ultimo, spiega: "Si tratta di un'antica varietà di mais, coltivata dai Maya oltre 2000 anni fa, ma poi abbandonata. L'abbiamo riscoperta grazie a un'azienda agricola nel Cremonese. Abbiamo acquistato i semi e oggi siamo noi a distribuirli agli agricoltori, diventando custodi di questo prezioso mais nero. Lo stiamo valorizzando attraverso prodotti come pasta senza glutine, biscotti, farina per polenta, e persino una birra senza glutine in due varianti, prodotta con luppoli italiani. Il nostro obiettivo è dare sempre più valore a questa materia prima, che ha una storia ricca da raccontare e un valore unico. È fondamentale farla conoscere anche all'estero".

Siete un'azienda agricola fin dalle origini e allo stesso tempo un'azienda industriale attenta alla filiera...

“Negli anni '50, il signor Martino iniziò la sua attività come commerciante di prodotti agricoli nella zona, occupandosi principalmente della vendita di sementi e concimi alle aziende agricole del Cremonese. La sua attività si concentrava su queste collaborazioni locali, ma con il tempo si ampliò, diventando anche una sorta di trader: acquistava materie prime per poi rivenderle ad altri trasformatori, sempre a livello regionale. Questa fase durò fino a fine anni ‘90, quando avvenne una svolta importante. La multinazionale Kellogg's incaricò MartinoRossi di creare la prima filiera italiana del mais, con specifiche caratteristiche e qualità, seguendo un disciplinare rigido e ben definito. L'evoluzione più significativa avvenne nei primi anni 2000, quando Kellogg's chiuse il proprio stabilimento, facendo perdere all'azienda il suo principale cliente. Tuttavia, trasformando questa difficoltà in un'opportunità, MartinoRossi prese una decisione coraggiosa: acquisì il mulino dismesso di Kellogg's e si evolse in azienda molitoria. Un'altra scelta strategica e innovativa arrivò intorno al 2008, quando l'azienda decise di eliminare tutti gli allergeni dai propri prodotti, a partire dal glutine, e di puntare sul crescente mercato delle proteine vegetali”.

Per arrivare a un fatturato importante.

“70 milioni di euro, con un business prevalentemente B2B. Da un anno e mezzo, però, siamo presenti anche nella Grande Distribuzione Organizzata (Carrefour, Esselunga, Selex, Coop) e attivi nella ristorazione scolastica e alberghiera, oltre che nei mercati esteri, ampliando il nostro stabilimento per rispondere alle esigenze dei nuovi canali di riferimento. Attualmente, il 60% del nostro fatturato proviene dal mercato italiano, mentre il 40% dall'estero. Negli Stati Uniti abbiamo una filiale con due magazzini e un team commerciale dedicato, per seguire da vicino i clienti americani. A livello agricolo, controlliamo una filiera di 16.000 ettari con fornitori affidabili, di cui 40 ettari di proprietà e altri 70 in gestione diretta”.

L'azienda rimane saldamente in mano alla famiglia.

"Martino Rossi è stato il fondatore. Oggi Giorgio Rossi è il presidente, innamorato del mondo agricolo, ha brevettato l’innovativo sistema di sub-irrigazione di nuova concezione Underdrip, nell’ambito dell’omonima società da lui fondata. Il figlio Stefano Rossi è amministratore delegato. I dipendenti sono 111 diretti, più una decina di fatto interinali. Due anni fa erano 85".

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