Iwb, studiare le occasioni di consumo per orientarsi nel mercato
Intervista con Alessandro Mutinelli, a margine Wine & Food Summit di Pambianco-PwC
Si è tenuto ieri a Milano, a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana, il quarto Wine & Food Summit promosso da Pambianco-PwC. Il titolo dell’evento era “Food & Beverage italiano: strategie e nuove tendenze nel mercato globale” e ha visto la partecipazione dei principali player del mondo della ristorazione e del beverage. Tra essi, Iwb, Italian Wine Brands, la prima azienda vinicola italiana a quotarsi in borsa nel 2015.
"Siamo un gruppo da circa 430 milioni di fatturato consolidato, export oriented, visto che circa l'80% del fatturato è realizzato in circa 90 Paesi -sottolinea a EFA News il presidente e ad del gruppo Alessandro Mutinelli tracciando un ritratto della sua azienda-. Abbiamo un business model definito 'asset light', nel senso che non possediamo vigneti, ma solo gli impianti di trasformazione, localizzati in Piemonte, Veneto e Toscana. Produciamo e vendiamo circa 160 milioni di bottiglie di vino all’anno, e siamo leader in alcune categorie, tipo il Prosecco, dove siamo i secondi produttori. Vendiamo in tutti i canali commerciali, on e off-trade e abbiamo anche una parte dedicata alle vendite dirette (b2c), che vale circa 60 milioni di fatturato all’anno. Siamo una public company a tutti gli effetti, con circa un 70 % di flottante".
Un'azienda di queste dimensioni tiene d'occhio il mercato come poche altre, soprattutto in momenti come questo. "È un mercato -spiega Mutinelli- che viene da una lunga fase di internazionalizzazione dei consumi, a fronte di un calo di volumi sui Paesi storici: un mercato che dovrà trovare un equilibrio tra polarizzazione dei consumi (commodity e premium) e nuove tendenze salutistiche, che tendono a limitare o eliminare il consumo di alcol".
"Vanno studiate sempre più attentamente le occasioni di consumo -prosegue Mutinelli-, che si stanno allontanando sempre più dal consumo assieme al cibo. In questo senso, si spiega anche il successo crescente e mondiale della categoria 'spumanti', di cui il Prosecco è il primo esponente in termini di volumi, per il quale le occasioni di consumo sono sempre più 'fuori pasto'. Detto questo, l’outlook di medio periodo, rimane positivo in termini di fatturato, meno in termini di volumi, che in questi due anni sono in contrazione a livello globale dove, peraltro, l’Italia sta performando 'meno peggio' degli altri Paesi".
A metà settembre è stata approvata la semestrale al 30 giugno 2024 chiusa con un incremento a doppia cifra di tutti gli indicatori di redditività: raddoppia il risultato netto di periodo, la generazione di cassa si porta a 46,1 milioni di Euro, con un free chash flow oltre il 20% nei 12 mesi al 30 giugno. I ricavi delle vendite sono stati pari a 191,2 milioni di Euro, in calo del 2,8% rispetto a un anno prima. A cosa è dovuto questo leggero calo dei ricavi? "Abbiamo deciso -spiega Mutinelli- di non rinnovare alcuni contratti a bassa marginalità e, in parte, essendo diminuiti i costi di produzione, abbiamo come conseguenza ridotto i prezzi di vendita di alcuni articoli.
Sale più l'Italia come ricavi, che passano da 31 a 36 milioni di Euro, che l'estero, il quale scende da 164 a 154 milioni. A cosa è dovuto ciò? "Storicamente -dice il presidente- l’Italia è stata per noi un mercato marginale, realizzando più dell’80 % del fatturato sui mercati esteri. Per questo motivo, recentemente abbiamo deciso di intensificare le nostre attività sul mercato domestico".
Prospettive per chiusura 2024? "I primi 6 mesi dell’anno -conclude Mutinelli- sono stati positivi, nonostante il mercato in generale abbia mostrato chiari segnali di rallentamento. Per questo motivo, rimaniamo prudenti e monitoriamo con attenzione le vendite di ogni singolo mese".
EFA News - European Food Agency