McDonald's vince la causa in Francia contro il suo assicuratore per i danni covid
Sentenza clamorosa, il tribunale condanna Mma a risarcire le perdite durante la pandemia: in ballo 1 miliardo di dollari
Sono tempi difficili per il fast food mondiale, da tempo nel mirino di una crisi strisciante. Inflazione crisi picchiano duro: negli Stati Uniti, secondo l'ultimo report Circana, l'86% dei consumi di cibo si svolge a casa e l'out of home è passato in cavalleria (leggi EFA News). Esposto ai "venti di tempesta" è anche un gigante come McDonald's che, non a caso, ha chiuso il secondo trimestre con un calo globale delle vendite, il primo dal 2020, ossia il primo in 13 trimestri (leggi EFA News). Deto questo, non sembra un caso che anche un colosso Usa del fast food come McDonald's cerchi di raschiare tutti i fondi del barile che può, pur di restare a galla con i conti.
L'ultima nuova in quest'otica arriva, per McDonald's, da un tribunale francese che ha emesso una sentenza imprevista e per certi versi clamorosa, che fa risalire la questione addirittura, a quattro anni fa, alla crisi da covid-19, Ebbene, la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bordeaux ha condannato l’assicuratore francese MMA a risarcire il suo assicurato, cioè la catena di fast-food McDonald’s, per le perdite di interruzione di attività. Si tratta di una novità assoluta, poiché le precedenti decisioni delle corti d’appello erano tendenzialmente sfavorevoli agli assicurati.
La Corte ha anche deciso di eliminare il tetto massimo dell’importo da risarcire, che potrebbe costare a MMA fino a 1 miliardo di Euro. La questione nel caso specifico era se il decreto che impediva l’accesso del pubblico ai locali di vendita di negozi e ristoranti durante il periodo iniziale di lockdown (ma non impediva le vendite da asporto o il “click & collect”) costituisse una chiusura ai sensi dei contratti di assicurazione che utilizzano questo termine come condizione di copertura.
La Corte di Cassazione ha affrontato per la prima volta la questione all’inizio del 2024, chiudendo il dibattito con due sentenze (depositate il 25 gennaio e il 20 giugno 2024) riguardanti le attività di ristorazione e catering. Nella prima si legge: “I clienti e i fornitori dell’assicurato [organizzatori di eventi, hotel, châteaux, sale di ricevimento] rientravano nelle categorie oggetto delle misure di divieto di ricezione del pubblico, il che significava che erano stati chiusi per ordine delle autorità, caratterizzando la loro inadempienza ai sensi del contratto”. La seconda sentenza della Cassazione francese fa un ulteriore passo avanti: “il decreto del 15 marzo 2020 vietava ai ristoranti di servire il pubblico, il che costituiva una chiusura dell’esercizio per ordine delle autorità ai sensi del contratto”.
Di fatto, la nuova sentenza della Corte d’Appello transalpina prende atto di queste due pronunce della Cassazione e sancisce che, nel caso McDonald's, "gli assicuratori non potranno più invocare la possibilità di vendite da asporto e di click & collect per rifiutare la copertura dei ristoratori". Una conseguenza fondamentale per la controversia tra McDonald’s e MMA.
Rimane un’ambiguità contrattuale per quanto riguarda il limite di garanzia di 300.000 Euro fissato dalla parte contraente: la questione è se il limite di garanzia si applica a ciascun assicurato o all’intera polizza. La Corte d’appello sembra ritenere che si tratti della copertura massima prevista per ogni assicurato. Fatta salva la perizia giudiziaria richiesta dai giudici, l’importo del risarcimento dovuto da MMA potrebbe costare 300.000 Euro, moltiplicato per il numero di franchigie coinvolte. Una roba miliardaria che, se va in porto, preoccupa il settore degli assicuratori.
EFA News - European Food Agency