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CLARA MOSCHINI

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Biologico: fatturato in ascesa in volume (+4,9%) e in valore (+4,5%)

Export raddoppiato dal 2012 al 2023. Per gli operatori l'obiettivo è il 25% delle superfici in 3 anni

Il settore "Bio" gode di buona salute, con un fatturato che segna un + 4,9% in termini di volume e + 4,5% in valore negli ultimi dodici mesi, e che ha già superato i 9 miliardi di euro di vendite, con un export che dal 2012 al 2023 ha raddoppiato il fatturato. C'è però bisogno di una semplificazione burocratica per mantenere la posizione di testa nel mercato europeo. È questo il messaggio al centro della seconda assemblea dei produttori biologici e biodinamici organizzata da FederBio, che si è svolta mercoledì 30 ottobre presso la sede della Cia, riunendo le 14 associazioni socie FederBio ed è aperta a tutti gli operatori agricoli.

Raggiungere il 25% di superficie agricola europea coltivata a biologico indica un cambiamento epocale per il bio che da segmento produttivo di nicchia diventa strumento di politica agricola per l’Europa, fondamentale per offrire soluzioni innovative per la transizione ecologica di tutta l’agricoltura e contribuire agli obiettivi del contrasto al cambiamento climatico e di tutela della biodiversità”, si legge nel ‘Manifesto dei produttori’, che ricorda anche che “la corretta pratica del metodo biologico comporta l’adozione di modelli organizzativi e gestionali, come la rotazione delle colture o l’allevamento connesso al terreno e all’agricoltura aziendali, tecniche e tecnologie che determinano costi di produzione che non possono essere adattati, se non in minima parte, a seconda degli andamenti del mercato”. Da qui la richiesta del settore per il “giusto prezzo”, definito da una Commissione Unica Nazionale (Cun) che regoli il mercato del biologico, in maniera indipendente da quello dei prodotti convenzionali.
 
Obiettivi impegnativi - per l’Italia il target del 25% di campi bio è anticipato al 2027 - che richiedono inoltre di alleggerire gli oneri legati a un sistema di certificazione troppo burocratico. “Il biologico in Italia continua a crescere sia per superfici sia per numero di operatori e si conferma una realtà in grado di coniugare sostenibilità e valorizzazione dei territori. Perché questo trend prosegua e si rafforzi la leadership del nostro Paese è necessario che siano sempre di più coloro che scelgono di consumare bio e che chi produce possa contare su una giusta remunerazione", ha affermato il sottosegretario all'Agricoltura, sovranità alimentare e foreste Luigi D'Eramo. Continueremo a lavorare insieme al settore come fatto in questi mesi per arrivare a soluzioni condivise nei tempi più brevi possibili per affrontare le prossime sfide. Obiettivo comune è la semplificazione e la riduzione della burocrazia a carico delle imprese. Inoltre puntiamo a comunicare la qualità e la sicurezza dei nostri prodotti. A tale proposito auspico che avremo quanto prima il marchio biologico italiano, che potrà contribuire a dare nuovo slancio alla specificità e al valore delle nostre produzioni", ha concluso D'Eramo.
 
"Siamo in un momento cruciale per il nostro sistema agricolo e alimentare. L'obiettivo del 25% di superficie agricola biologica è vicino e, considerando il primato che l'Italia detiene nel settore, rappresenta un'opportunità. Possiamo andare ben oltre perché c’è la possibilità di valorizzare aree interne e attrarre giovani e donne in agricoltura. Il biologico infatti è innovazione e può trasferire pratiche sostenibili al resto dell'agricoltura che ha bisogno di guardare alla transizione ecologica”, spiega Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio. “La differenza la possono fare gli agricoltori, perché sono loro che detengono i valori fondamentali dell’agricoltura biologica, come la cura della fertilità del suolo e della biodiversità. Ma superare le criticità che minacciano la tenuta delle imprese agricole è necessario affrontare con decisione i temi prioritari contenuti nel Manifesto".

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EFA News - European Food Agency
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