Investimenti e dazi: Mattarella di fronte a Xi Jinping
Colloqui "franchi" durante la visita del presidente che ha chiesto attenzione per le eccellenze italiane
Aumentare gli investimenti cinesi in Italia ma anche rimuovere le "barriere che ostacolano l'accesso al mercato cinese di prodotti italiani di eccellenza". Sono stati questi due tra i punti centrali che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha esposto al leader cinese Xi Jinping nella sua visita a Pechino che fa seguito a quella di luglio scorso della premier Giorgia Meloni. "Un nuovo punto di partenza storico" è stata definita la visita dal presidente Xi Jinping che, ricevendo il presidente Mattarella, di fatto ha riaperto le relazioni italo-cinesi dopo le incomprensioni nate dalla disdetta italiana dell'accordo per la 'Via della seta'.
Con una franchezza da molti osservatori giudicata positivamente, il presidente della Repubblica ha toccato soprattutto il tasto dei dazi ai prodotti made in Italy, tema scottante per il Governo che si trova in una situazione di grave squilibrio commerciale: basti pensare che nel 2022 l'interscambio è stato pari a 73,9 miliardi di Euro ma le esportazioni italiane in Cina hanno raggiunto solo 16,4 miliardi mentre le importazioni sono state oltre il triplo, ossia 57,5 miliardi di Euro.
"C'è l'esigenza -ha detto Mattarella al premier Li Qiang- di un riequilibrio nello sviluppo dei rapporti commerciali di importazione-esportazione. Gli investimenti italiani in Cina sono cresciuti molto. Auspichiamo che anche quelli cinesi possano crescere velocemente".
"Abbiamo un interscambio che nell'arco di sei anni, dal 2016 al 2022, si è raddoppiato passando da 38 miliardi a 74 miliardi nel 2022 -sottolinea Mattarella-. Con due osservazioni: la prima che è ancora al di sotto del potenziale e quindi la volontà di aumentare il flusso commerciale: l'altra, è l'esigenza di un riequilibrio nello sviluppo dei rapporti commerciali di importazione-esportazione. Così come per gli investimenti, noi abbiamo molto a cuore quelli cinesi in Italia e incoraggiamo gli italiani in Cina che sono cresciuti in maniera molto veloce, sono arrivati a 15 miliardi nel 2023. Auspichiamo che anche quelli cinesi possano crescere velocemente e anche questi sono al di sotto del potenziale possibile".
Con un discorso estremamente "schietto", Mattarella ha puntualizzato: "Italia e Cina sono unite da un rapporto solido e maturo, capace di superare le increspature: nessuno in Europa vuole una nuova stagione di protezionismo", ha assicurato Mattarella facendo riferimento alle complesse trattative sui dazi in corso tra Cina ed Unione europea chiedendo apertamente che la battaglia sulle auto elettriche non si ripercuota "sulle pratiche commerciali di altri comparti".
"La Cina -ha proseguito Mattarella- è, per l'Italia, il primo partner economico in Asia. Lo spirito costruttivo che ci anima sollecita un rapporto equilibrato che consenta, con la rimozione delle barriere che ostacolano l'accesso al mercato cinese di prodotti italiani di eccellenza, di corrispondere alle attese dei consumatori cinesi, sempre più esigenti e attenti alla qualità. Vale per l'approccio in ambito finanziario, aperto a nuovi investimenti cinesi, in una logica di trasparenza, concretezza e mutuo vantaggio, che stimolino occupazione e generino crescita del valore e delle competenze".
Per rinsaldare i rapporti culturali, durante la visita il capo dello Stato all'università Beida di Pechino che forma più di 28mila studenti, è stata inaugurata la cattedra di “Studi italiani”, finanziata dalla fondazione Agnelli. All'inaugurazione erano presenti Romano Prodi, primo titolare della cattedra, Pier Ferdinando Casini nuovo presidente onorario del forum filantropico Cina-Italia e il presidente di Exxor John Elkann. Anche in questa occasione, la sensazione degli osservatori è stata quella che Italia e Cina possano viaggiare insieme a una "velocità diversa", come dimostra la firma di ben 10 accordi e memorandum che spaziano dalla cooperazione cinematografica a quella in materia di concorrenza.
"Il presidente Mattarella è uno statista di grande reputazione in Italia e un amico di vecchia data del popolo cinese -ha sottolineato il premier cinese Li Qiang-. Presta da sempre attenzione e sostegno alla causa dell'amicizia tra Cina e Italia e ha dato contributi importanti alla promozione dello sviluppo delle relazioni bilaterali. Nell'arco di oltre tre mesi la premier Meloni e il signor presidente hanno effettuato rispettivamente due visite in Cina a dimostrazione di una grande attenzione e una volontà attiva italiana di approfondire ulteriormente delle reazioni tra Cina e Italia che sono molto apprezzate dalla Cina".
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