Sicilia Doc/2. Ecco perchè l'isola è naturalmente sostenibile
Lo spiega Antonio Rallo, presidente del consorzio di tutela
La sostenibilità nel settore vinicolo? Diciamo che come Consorzio partivamo già benissimo”, ha sottolineato a margine del simposio palermitano organizzato dalla Fondazione Sostain, Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini DOC Sicilia (vedi articolo di EFA News). “Perché la Sicilia vanta la più grande area vinicola biologica italiana, quasi il 30% della superficie del paese, con un vigneto bio vasto 29.000 ettari, grande più di tre volte quello del Veneto e due volte quello di Toscana e Puglia. Sostain quindi, pur essendo una fondazione indipendente, vanta 2 papà, il Consorzio e Assovini Sicilia. Ed è nata dopo 10 anni di studio, seguendo l’esperienza di alcuni produttori che già avevano intrapreso questa strada. Abbiamo letto disciplinari analoghi di aziende di tutto il mondo, dalla Napa Valley al Sudafrica. E oggi il nostro Sostain è, senza ombra di dubbio, il più avanzato esistente”.
Del resto l’isola è di per sé sostenibile per natura, prima regione italiana per superficie biologica con 380mila ettari di terreno, un suolo estremamente diversificato che permette 100 giorni di raccolto, un clima adatto a coltivazioni sostenibili, una grande ricchezza ampelografica con più di 70 varietà autoctone (distribuite al 60% in collina) unitamente a una grandissima biodiversità. E, last but not least, può vantare 44.000 ettari di vigneti già di fatto sostenibili (benchè non certificati Sostain) dove diserbanti e concimi chimici sono da tempo banditi. “Con la Fondazione lavoriamo, per così dire, guancia a guancia”, ha proseguito Rallo. “Ci si misura un po’ contro se stessi, migliorando di giorno per giorno. Stiamo utilizzando sempre meno acqua nei processi produttivi e studiamo bottiglie sempre più leggere. Cosa possiamo fare di più? Sicuramente far crescere la biodiversità nelle aziende vitivinicole, come previsto dal disciplinare SOStain: che stabilisce infatti che almeno il 5% della loro superficie non sia coperto da vigneti, lasciando spazio ad aree naturali e boschive”.
Tra i progetti attualmente in corso di cui il Consorzio è capofila, il Bi.Vi.Si., dedicato alla valorizzazione della biodiversità viticola siciliana, in particolare delle varietà Reliquie (e cioè biotipi quasi scomparsi) Vitrarolo, Lucignola e Nocera, e il progetto V.I.S.T.A. Lucido, mirante al potenziamento della coltivazione della varietà Lucido, una variante del diffusissimo Catarratto, così chiamata per via della lucidità dei suoi acini. Assai rustica, resistente alle fitopatie e alla siccità: e quindi naturalmente sostenibile.
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EFA News - European Food Agency