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CLARA MOSCHINI

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Trump, Pimco conferma i timori sulla politica dei dazi

Sotto pressione la Cina: per le altre tariffe partono le "investigazioni"

Donald Trump ha conquistato il suo secondo (e ultimo) mandato alla Casa Bianca e, questa volta, i repubblicani sono riusciti a conquistare la maggioranza sia al Senato che alla Camera, situazione che consentirà al nuovo presidente Usa di avere un certo margine di manovra nell'attuazione della sua agenda. 

Ebbene, proprio questo, da un lato, " fa godere" alcuni mercati che volano sull'entusiasmo per la politica industriale del neopresidente che dà fiducia alle grandi corporate promettendo un massiccio taglio dell'aliquota fiscale sulle imprese o, come il dollaro e alcuni asset tipo il Bitcoin, per l'appeal mostrato in campagna elettorale. D'altro canto, altri mercati, invece, sono spaventati o, al minimo, stanno alla finestra, pronti a valutare qualsiasi alito di vento riguardo la politica estera ed economica: in questo senso, Trump rimane atteso a "un'impostazione protezionistica" che, secondo parecchi analisti, non promette nulla di buono. 

Questo andamento è stato dimostrato, ce ne fosse bisogno, sia dalla brutta giornata borsistica europea vissuta ieri, nell'attesa spasmodica (e spaventata) di qualche segnale "negativo" dal fronte tariffe e dazi che dall'odierna giornata di recupero nell'ottica di una politica corporate "di rispetto" (leggi EFS News).

Ma c'è un 'ma'. "Con le tasse, il deficit e i dazi che probabilmente domineranno il dibattito a Washington l'anno prossimo, queste maggioranze risicate al Congresso potrebbero complicare gli sforzi di Trump per attuare il suo programma", sottolinea Pimco, una delle principali società di gestione americane. 

"Il senato -spiega Libby Cantrill, head of US Public Policy di Pimco- offre un buon margine per la conferma delle nomine, che richiedono solo 50 voti, tuttavia, non raggiunge la maggioranza di 60 voti, a prova di ostruzionismo, necessaria per approvare molte proposte di legge. Trump potrebbe avere difficoltà a far passare i tagli fiscali proposti in una Camera divisa, anche se tagli fiscali modesti sono più facili da approvare attraverso la 'riconciliazione del bilancio', che richiede solo 50 voti al Senato. I 2.000 miliardi di dollari di tagli al bilancio proposti da personaggi come Elon Musk richiederebbero un sostegno bipartisan che potrebbe essere difficile da ottenere".

Guardando ai primi atti che il presidente Trump sul fronte commerciale c'è la possibilità di imporre nuovi e maggiori dazi alla Cina facendo leva sull'investigazione esistente sulla Section 301 (del Trade Act del 1974), già usata da Trump e poi dall'ex presidente Biden per imporre i dazi esistenti, mentre l'applicazione di dazi su altri prodotti o Paesi, secondo Pimco, "richiederebbe un processo di investigazione più lungo".

Per l'espansione fiscale, ossia tasse e spesa, Trump dovrà comunque passare dal Congresso, ed è proprio qui che le probabili maggioranze ristrette potrebbero fungere da "controllo". Supponendo che i repubblicani mantengano la Camera, è probabile una proroga completa dei tagli fiscali di Trump in scadenza, ma forse solo per un periodo di tempo ridotto a causa dei deficit già elevati.

Secondo Pimco, si potrebbe assistere a sforzi per ridurre la spesa in modo marginale, ma qualsiasi taglio di grande entità sarà difficile da far passare alla Camera e sarebbe difficile da realizzare attraverso il processo di riconciliazione del bilancio (che richiede solo 50 voti al Senato). Tutto il resto probabilmente richiede 60 voti.

"Il deficit -ribadisce l'analista di Pimco- è stato probabilmente il più grande sconfitto delle elezioni, con nessuno dei due candidati propenso a prendere provvedimenti per ridurlo ed entrambi inclini ad approvare politiche che lo aumenteranno". Tuttavia, si ritiene che "il tetto del debito, che dovrà essere gestito in primavera, sarà probabilmente alzato con facilità con la maggioranza repubblicana in entrambe le camere".

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