Commodity. Ceci e riso in rialzo (ma attenti all'Eudr)
Trend rialzista anche per gas e energy e per le materie prime legate al rinvio della normativa sulla deforestazione
Le quotazioni dei ceci Kabuli canadesi nell’ultima settimana hanno registrato un rimbalzo dell’8%, tornando ai livelli di inizio ottobre e confermando una fase di estrema volatilità. I prezzi risultano tuttavia del 22% inferiori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Secondo le analisi Areté, la volatilità è frutto di un mix di fattori esogeni ed endogeni rialzisti e ribassisti: in particolare, se da un lato le aspettative sono di un aumento dell'offerta globale per la campagna 2024/25, dall’altro la domanda è risultata congiunturalmente sostenuta in un contesto di incertezza normativa e logistica relativamente costosa.
Riso
I prezzi internazionali del riso Indica hanno registrato un trend deflattivo nel mese di ottobre. L’Indica Index di Fao, rispetto a settembre ha infatti segnato un -7%. Secondo le analisi Aretè, il principale fattore ribassista è rappresentato dal ritorno del prodotto indiano sul mercato dopo che il Governo ha rimosso tutte le restrizioni alle esportazioni di riso ad eccezione del divieto di export delle rotture.
Diversa la situazione in Italia dove le piogge hanno fortemente rallentato le operazioni in campo e causato problemi qualitativi (in particolare maturazione non uniforme e infezioni fungine), portando ad una resa alla lavorazione insoddisfacente. Il ritardo della raccolta risulta evidente anche analizzando i trasferimenti di risone, che al 5 novembre risultavano inferiori dell’11% rispetto alla scorsa campagna, rimanendo al di sotto dei livelli del 2022/23, anno in cui la produzione era calata del 19%. I prezzi del riso italiano hanno visto andamenti differenziati; per le varietà per cui le aree erano previste diminuire i prezzi sono stati tendenzialmente in rialzo (+17% l’Arborio, +28% il Carnaroli, +13% il Roma in media tra settembre e novembre).
Eudr
Il Parlamento Europeo ha votato la proposta della Commissione di differire di un anno i termini di applicabilità del Regolamento sulla deforestazione (Eudr). Avendo, però, il parlamento approvato anche una serie di emendamenti che sostanzialmente mirano ad alleggerire gli obblighi per gli operatori, il processo legislativo si riapre: il Consiglio Europeo dovrà esprimersi sulla versione emendata, e la Commissione dovrà valutare se accettarla, se ritirarla, o se opporsi ad essa.
In termini concreti, non è scongiurato il rischio che, se non si dovesse riuscire a far entrare in vigore prima del 30/12/2024 un provvedimento di differimento dei termini, in tale data diventi applicabile “di default” il Regolamento nel testo originario.
Le analisi Areté mostrano come, la maggior parte delle materie prime interessate dalla norma, sui mercati finanziari, abbia reagito alla notizia con volatilità rialzista. A titolo di esempio, il giorno dell’annuncio, i prezzi della fava di cacao hanno registrato un +7,1%, +3,1% i prezzi del caffè robusta e +2,7% i prezzi del caffè arabica. Più stabili i prezzi della soia e dell’olio di Palma, mercati per i quali l’Ue ha un peso inferiore nella panoramica degli importatori globali.
Gas e energy
Le analisi Areté mostrano come, in Ue, il mercato del gas naturale stia consolidando un trend marcatamente rialzista. I prezzi del TTF, da novembre sono aumentati del 17% superando i 45 Euro a MWh (da inizio anno gli aumenti hanno ormai toccato il +50%). Nello stesso periodo il riferimento di prezzo per il mercato elettrico italiano (PUN) ha registrato un +24%. In un contesto di scorte UE ancora elevate, i rialzi sono principalmente riconducibili a fattori geopolitici, ma a pesare è anche la ripartenza della domanda con l'inizio della stagione fredda e con gli stimoli alle produzioni industriali delle politiche monetarie meno restrittive della BCE.
La domanda implicita UE di gas; a ottobre ha toccato 244.827 Gwh, +30% rispetto a settembre e +7% rispetto a ottobre 2023. Tra i fattori rialzisti geopolitici, oltre alle tensioni in Medio Oriente, si segnala la potenziale interruzione dei flussi via tubo tra Russia e Ue, più che dimezzati rispetto al pre-guerra, ma ancora una quota rilevante del consumo di gas Ue (13% a ottobre 2024). Alla scadenza, a fine 2024, del contratto di transito gas tra Russia e Ucraina, si aggiunge anche che la società austriaca Omv ha vinto un arbitrato contro Gazprom e conta di recuperare danni per 230 milioni di euro riducendo i pagamenti a Mosca. Secondo la società un taglio alle forniture è prevedibile.
EFA News - European Food Agency