Sono sempre di più i giovani che lavorano nei pub del Regno Unito. Il dato, intuitivo visto il crollo di lavoratori stranieri imposto dalla Brexit, viene confermayo da una ricerca di Oxford Economics, secondo cui il settore dei pub della Gran Bretagna impiega circa 350.000 persone di età inferiore a 25 anni. Ciò significa che, visto che poco più della metà (51%) della forza lavoro nei pub del Regno Unito ha un'età compresa tra 16 e 24 anni, come rivela un'altra ricerca della Bbpa, la British beer and pub association, circa un decimo dei giovani tra 16 e 24 anni presenti sul mercato del lavoro britannico è impiegato nel settore.

L'area del Paese in cui la percentuale più alta della forza lavoro dei pub sotto 25 anni è l'Inghilterra orientale, che occupa due terzi, ossia il 66% dei giovani baristi. Sebbene si sia parlato molto della presunta sobrietà della generazione Z e del declino del settore dei pub, la cifra del 2024 di 350.000 giovani sotto 25 anni rappresenta un aumento di quasi un quarto (24%) rispetto al numero di 281.770 prima della pandemia del 2019. Secondo la BBPA (la British Beer and Pub Association, una specie di Assobirra all'inglese), i contributi per l'assicurazione nazionale dei pub che impiegano questi 350.000 giovani ammontano a circa 82 milioni di sterline ma questa cifra è destinata a raddoppiare raggiungendo 153 milioni di sterline per nuove norme imposte dal governo. 

Ma il governo britannico, secondo Emma McClarkin, amministratore delegato della BBPA, “deve avere le idee chiare sull'effetto devastante che avranno le nuove norme. Se vogliamo che le persone rimangano al lavoro e che il denaro arrivi nelle loro tasche, le imprese devono essere redditizie. Esortiamo il Governo a riconsiderare la tempistica dei nuovi costi dell'occupazione e a realizzare rapidamente una riforma significativa delle tariffe aziendali. Solo così potremo continuare a essere la spina dorsale del mercato del lavoro britannico e una pietra miliare della comunità”.