Si aggravano i numeri di Beko: domani e venerdì sciopero
Potrebbero essere 410 i licenziati a Fabriano (AN): paura anche a Siena, oggi 300 in corteo
Si aggrava ogni ora che passa la situazione della Beko in Italia, la fabbrica di Beko Europe, newco controllata al 75% dai turchi di Arcelik e al 25% dagli americani di Whirlpool. Potrebbero, infatti, essere addirittura più di 400 i posti di lavoro a rischio a Fabriano (Ancona) dopo il piano di esuberi presentato dalla società nei giorni scorsi. L'aggiornamento, che peggiora le stime circolate nei giorni scorsi, arriva da una stima fatta dalle segreterie territoriali di Fim-Fiom-Uilm e dalle Rsu.
Le acque sono molto agitate sia nelle Marche, la regione maggiormente colpita dai tagli occupazionali, che in Toscana, già schierata apertamente contro i licenziamenti (leggi EFA News). Oggi il corteo cittadino che si è snodato nelle vie di Siena, altro punto nevralgico del "piano" di Beko, ha portato in alto l’urlo dei 300 lavoratori che rischiano nel giro di un anno di veder chiudere i cancelli dello stabilimento aperto nel 1967.
“Siamo qui per sensibilizzare, abbiamo bisogno di vicinanza e visibilità. Siena è una città piccola e 300 persone senza lavoro impatteranno molto -sono state le parole dei lavoratori che hanno partecipato alla manifestazione-. La città sta rispondendo bene, il 10 proveremo a svegliare il Governo nella speranza che ci siano anche i rappresentanti di Beko”. Il 10 dicembre prossimo, lo ricordiamo, è la data fissata per il prossimo incontro al tavolo ministeriale. Domani, giovedì 28 novembre, la vertenza tornerà anche in consiglio comunale e poi nel pomeriggio si terrà una nuova assemblea davanti ai cancelli del sito di Viale Toselli. Venerdì una delegazione di lavoratori parteciperà alla manifestazione a Firenze per lo sciopero generale nazionale.
Facendo un passo indietro, ricordiamo che Beko Europe, il colosso turco che ha raccolto nelle Marche l'eredità della ex Indesit, nell'incontro tenutosi l'8 novembre al ministero delle Imprese e del made in Italy, aveva presentato un piano industriale di ridimensionamento che annuncia chiusure, licenziamenti e delocalizzazioni (leggi EFA News). Un piano (o presunto tale) che i sindacati hanno definito inaccettabile e che, per le Marche, prevede lacrime e sangue: chiusura entro il 2025 dello stabilimento di Comunanza (Ascoli Piceno) con 320 posti di lavoro a rischio e altri circa 2.000 nell'indotto, la ristrutturazione dello stabilimento di Melano (Ancona) con circa 66 esuberi tra le tute blu, la chiusura della ricerca e sviluppo e il ridimensionamento della sede regionale.
"Nella sede impiegatizia di Fabriano -ricordano ora i sindacati metalmeccanici- avverrà il più importante taglio, di fatto sono previste le chiusure di enti e il depotenziando di funzioni, si immagina che dei circa 550 impiegati siano a rischio i posti di lavoro di oltre 350 di questi". A Fabriano dunque, secondo stime ancora provvisorie, potrebbero essere circa 410 i posti a rischio tra impiegati e operai.
Secondo Fim-Fiom-Uilm "da anni le sedi impiegatizie sono continuamente smantellate dalle 'ristrutturazioni' attraverso licenziamenti operati prima da Indesit, poi da Whirlpool e oggi da Beko, con la perdita di eccellenze professionali e innovazioni che per riflesso indeboliscono il territorio regionale e nazionale".
Confermato lo sciopero proclamato per il 28 novembre "per manifestare tutto il loro dissenso contro il piano scellerato della multinazionale e per chiedere alle istituzioni, ai sindaci del territorio, alla regione Marche e Governo di mettere in campo tutte le azioni necessarie, compresa l'annunciata 'Golden Power' per evitare quest'ennesimo disastro industriale italiano". .
EFA News - European Food Agency