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CLARA MOSCHINI

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Federvini-Nomisma. Export a 5 mld euro nei primi 8 mesi 2024

Spumanti italiani protagonisti con vendite in aumento in Australia, Francia e Usa

Pallini: "Necessaria un’azione di sistema tesa a rafforzare il ruolo dell’Italia in sinergia con tutti gli attori della filiera, per valorizzare le eccellenze".

Nell’anno che si avvia a conclusione, i comparti produttivi rappresentati da Federvini hanno confermato una significativa capacità di resilienza, pur messa a dura prova da un quadro economico incerto, da un Pil italiano stimato in lieve crescita (+0,8%), e da un andamento debole del clima di fiducia di imprese e consumatori. È questa la fotografia restituita dall’ultima edizione dell’Osservatorio Federvini, a cura di Nomisma e TradeLab.

“I dati dell’Osservatorio dimostrano quanto la filiera dei vini, spiriti e aceti italiani pur affrontando sfide complesse, continui ad essere un asset strategico per l’economia italiana. Ma non mancano segnali di difficoltà legati anche ai precari equilibri geopolitici ed è quindi fondamentale continuare ad investire nella promozione internazionale e nella difesa dei nostri comparti”, dichiara Micaela Pallini, presidente di Federvini. “Per garantire stabilità e crescita a lungo termine, è necessaria un’azione di sistema tesa a rafforzare il ruolo dell’Italia in sinergia con tutti gli attori della filiera, per valorizzare le eccellenze e rispondere con prontezza alle nuove esigenze dei mercati internazionali”.

Il 2024 si conferma un anno complesso per il settore. A fronte di una riduzione dei costi energetici, quelli relativi al packaging, seppure in lenta discesa, sono ancora decisamente più alti rispetto ai valori di inizio 2021, in particolare pet +24%, carta +47% e vetro +67%. Lo scenario è stato inoltre caratterizzato negativamente da tensioni sui mercati internazionali, dovuti anche alla recente introduzione dei dazi cinesi sulle importazioni di acquaviti e dal rallentamento dei consumi fuori casa, legato al contesto economico non favorevole.

Secondo Nomisma, nei primi otto mesi dell’anno, l’export di vini supera i 5 miliardi di euro e si attesta nella media dei principali esportatori mondiali con un +4,7% in valore e +3,2% a volumi rispetto al 2023, mentre soffrono competitor di peso quali Francia e Spagna. Gli spumanti italiani restano i protagonisti con importazioni in aumento in Australia (+11,2%), Francia (+8,3%) e Stati Uniti (+5,3%).

Gli spiriti italiani registrano un incremento del 4% in valore per 1,2 miliardi di euro di valore generato nei primi otto mesi dell’anno: su tutti si distinguono i mercati cinese (+24,9%), tedesco (+7,5%) e statunitense (+5,5). L’export di liquori cresce in particolare in valore in Francia (+16%), Stati Uniti (+10%) e Germania (+3%), mentre la Grappa registra un rallentamento generale limitando la sua crescita al Canada (+27%).

Il comparto degli aceti con esportazioni del valore di 236 milioni di euro nei primi otto mesi dell’anno segna una crescita significativa, con un incremento del 18,6% in valore e del 15% in volume tra gennaio e agosto 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La Corea del Sud emerge come il mercato di destinazione dell’export di aceti italiani a maggiore tasso di crescita (+70% a valore).

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