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CLARA MOSCHINI

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Napoli: presunti "bioinquinatori" nel mirino della Procura

Sequestrata azienda dolciaria Idav per scarico abusivo di reflui industriali

"Biologico" non fa sempre rima con "ecologico". Emblematica, in tal senso la vicenda che coinvolge Idav, azienda dolciaria "bio" con sede a Striano, in provincia di Napoli. Le accuse a carico dell'impresa sono pesanti: inquinamento ambientale, scarico abusivo di reflui industriali, gestione illecita di rifiuti ed emissioni in atmosfera non autorizzate.

I Carabinieri Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica di Napoli e del Gruppo di Torre Annunziata hanno notificato il sequestro e la chiusura dell'unità produttiva, disposti dall'ufficio inquirente coordinato dal procuratore Nunzio Fragliasso.

Idav, che produce e confeziona marmellate, confetture, confetti e canditi con marchio "bio", si estende su 81mila metri quadri, all'interno dei quali gli inquirenti hanno rilevato anche una serie di difformità edilizie. 

Secondo le ricostruzioni dell'accusa, coadiuvata dai tecnici dell'Arpac, i reflui industriali di Idav finivano in parte nel vicino canale Rio Foce, affluente del fiume Sarno, e in parte sul suolo e nel sottosuolo provocando, come spiegato da procuratore Fragliasso, un "diffuso stato di contaminazione per le matrici ambientali del suolo, delle acque superficiali e delle acque sotterranee" e il pericolo di "alta mortalità per gli organismi viventi".

Nelle acque di scarico di Idav è stata rilevata la presenza di metalli pesanti come rame, zinco e piombo. E' inoltre emerso che le acque reflue del lavaggio di prodotti arsi dalle fiamme in un rogo verificatosi lo scorso luglio, sono stati convogliati, senza alcuna depurazione, negli scarichi abusivi. Il rappresentate legale dell'azienda è accusato anche del reato di impedimento del controllo, in quanto avrebbe intralciato ed eluso in controlli delle forze dell'ordine.

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EFA News - European Food Agency
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