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CLARA MOSCHINI

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Starbucks, tagli e restrizioni per raddrizzare i conti

Il ceo Niccol annuncia licenziamenti. E consumazione obbligatoria per usare il bagno

C'è grande attesa per i risultati finanziari di Starbucks relativi al primo trimestre dell'anno fiscale 2025 che verranno resi noti dopo la chiusura del mercato martedì 28 gennaio 2025, con una teleconferenza alle 14 ora del Pacifico (le 21 italiane). Le ultime indicazioni relative al quarto trimestre 2024 non erano delle più incoraggianti: i numeri parlavano chiaro di un trimestre in difficoltà con il fatturato sceso del 3% a 9,1 miliardi di dollari e la sospensione della guidance per l'esercizio 2025 (leggi notizia EFA News). 

Si dimette Mellody Hobson 

Un 2025 che si è aperto con le dimissioni dal cda di Mellody Hobson che, come spiega il comunicato ufficiale della società, è stata membro del consiglio di amministrazione di Starbucks e leader dell'azienda per oltre 20 anni: assunta per la prima volta da Howard Schultz nel 2005, Hobson ha ricoperto i ruoli di vicepresidente, presidente e, più recentemente, di direttore indipendente principale.

Licenziamenti in vista

Ma il 2025 si apre anche con una comunicazione poco rassicurante, divulgata pochi giorni fa nel comunicato intitolato "Back to Starbucks: Transforming our support organization" (Ritorno a Starbucks: trasformare la nostra organizzazione di supporto) in cui il presidente e ceo Brian Niccol, l'ex capo di Chipotle Mexican Grill che ha iniziato da quattro mesi il suo nuovo ruolo in Starbucks sostituendo a settembre 2024 Laxman Narasimhan, comunica: "Abbiamo recentemente iniziato il lavoro di definizione dell'organizzazione di supporto per il futuro. Stiamo affrontando questo lavoro in modo ponderato, ma comporterà decisioni e scelte difficili. Prevedo che, purtroppo, in futuro avremo eliminazioni di posti di lavoro e team di assistenza più piccoli. Questo lavoro non inciderà sui nostri team nei negozi o sugli investimenti che stiamo facendo per gli orari dei negozi. Comunicheremo i cambiamenti all'inizio di marzo. Non prendo queste decisioni alla leggera e mi rendo conto che questo creerà incertezza e preoccupazione da qui ad allora".. 

Tra quelle che Niccol chiama "opportunità per operare in modo più efficiente" c'è la "riduzione dei silos e la duplicazione degli sforzi". Scrive il ceo nel comunicato: "le nostre dimensioni e la nostra struttura ci rallentano, con troppi livelli, manager di piccoli team e ruoli incentrati principalmente sul coordinamento del lavoro. Dobbiamo cambiare in modo significativo l'organizzazione dei nostri team di supporto e il modo in cui lavoriamo, assicurandoci di avere la capacità e le competenze necessarie per garantire il Back to Starbucks e di dare priorità alle aree che hanno il maggiore impatto sull'esperienza nei nostri negozi".

Selezione all'ingresso

E se, tra i successi che il ceo ascrive all'attuale gestione, c'è quello di avere "fissato l'obiettivo di un tempo di attesa di quattro minuti nelle caffetterie", oltre ad avere "fornito ore di copertura aggiuntive in oltre 3.000 punti vendita", ad avere "raddoppiato il congedo parentale retribuito per i team di vendita al dettaglio negli Stati Uniti" e l'obiettivo futuro di puntare "a promuovere internamente il 90% dei ruoli dirigenziali nel settore della vendita al dettaglio entro tre anni", ecco che spunta anche una novità per i clienti del 2025. 

Secondo fonti di stampa internazionali, infatti, dal 27 gennaio nelle caffetterie Starbucks del Nord America bisognerà consumare qualcosa anche solo per sedersi, stare al tavolo, usare il bagno o il wi-fi. Le modifiche rappresentano un'inversione di tendenza rispetto alla norma introdotta sei anni fa, che consentiva alle persone di trattenersi nei punti vendita Starbucks e di usare i bagni senza effettuare acquisti. Dal 27 gennaio, invece, nelle sedi di Starbucks verranno affissi cartelli che ricordano che tutti gli spazi del locale sono riservati ai dipendenti, ai clienti e a loro eventuali accompagnatori: e i dipendenti dovranno chiedere a chiunque non abbia consumato di andarsene. 

La decisione sarebbe stata presa per migliorare la sicurezza e l’esperienza dei clienti e del personale dopo che nel 2018 in un locale della catena a Philadelphia i dipendenti avevano chiamato la polizia dicendo che due uomini stavano violando la legge. Perché? Perché non avevano comprato niente e si erano rifiutati di andarsene dopo che era stato loro negato l’uso del bagno. In realtà, la mossa farebbe parte della strategia di quel "Ritorno a Starbucks" di cui abbiamo parlato prima, il piano annunciato dal nuovo capo dell'azienda nel tentativo di contrastare il calo delle vendite. "L'implementazione di un Codice di condotta per le caffetterie: è un passo pratico che ci aiuta a dare priorità ai nostri clienti paganti che vogliono sedersi e godersi i nostri bar -ha detto un portavoce di Starbucks-. Questi aggiornamenti fanno parte di una serie più ampia di cambiamenti che stiamo apportando per migliorare l'esperienza nei bar mentre lavoriamo per tornare a essere Starbucks".





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Fc - 47022

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