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CLARA MOSCHINI

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Consumi: frenata a dicembre 2024 ma la ristorazione tiene

L'anno appena concluso si mostra stabile sul precedente ma con un mercato debole e stagnante

E’ un dicembre stagnante quello che emerge dall’Osservatorio permanente sui consumi Confimprese-Jakala. Dopo la fiammata dei mesi di settembre e ottobre (+4,0% nel bimestre) e il Black Friday, i consumi del mese di dicembre tornano piatti al +1,2% a valore e si riallineano al trend debole dell’anno che ha chiuso a +0,6% praticamente in linea con il Pil. Il Black friday ha centrato il suo obiettivo originale, cioè spingere i consumatori ad anticipare la spesa dei regali di Natale. A ciò si aggiunge l’attenzione dei consumatori al portafoglio, alla ricerca di sconti e convenienza offerti dal Black friday, in attesa dei saldi invernali, che nel primo week end (4-6 gennaio) hanno registrato un +8,8% complessivo a valore. Le uniche operazioni che funzionano sono promozioni, Black friday e saldi che non sono, tuttavia, sufficienti a risollevare l’andamento dei consumi. Ci sono poi le tensioni sui numerosi fronti internazionali e il cambio di presidenza americano che inducono a un atteggiamento cauto verso i consumi. Sul settore grava la preoccupazione che si ritorni a un periodo di stagnazione, caratterizzato da modeste variazioni di reddito e senza una reale crescita economica. 

"L’anno 2024", dichiara Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese, "chiude all’insegna di consumi stagnanti, potere di spesa in leggero ma recupero ma ancora lontano dai livelli pre-inflazione e conseguente ricerca di prezzi bassi, sconti e promozioni. Il trend in atto è testimoniato dal brillante avvio dei saldi con un +8,8% nei primi giorni di avvio. L’incertezza sull’inflazione e i prezzi energetici insieme alle instabilità internazionali ancora aperte non indicano particolari cambi di passo nei primi mesi del 2025, salvo ovviamente aspettare l’andamento dei saldi nel proseguo del mese di gennaio".

Nei settori merceologici si registrano i valori del totale mercato. La ristorazione chiude il mese di dicembre a +1,6%, frutto, però, di un effetto inflattivo dei prezzi intorno +2,9% in dicembre su base annua. Abbigliamento-accessori registra il +1,2%, nota comunque positiva dopo anni complessi e la crisi del lusso. Più debole il comparto altro retail +0,7% con il settore casa che continua a soffrire. 

Nei canali di vendita i consumatori hanno premiato i centri commerciali che mostrano un andamento pari al +2,4% a scapito delle vie dello shopping in flessione del -2,0%. Nella media la prossimità a +1,3%. Il calo del travel a -1,6% è dovuto all’impennata dei prezzi nel mese di dicembre e nel periodo natalizio, cosa che induce ad aspettare i mesi di inizio anno decisamente più convenienti. Nelle regioni Umbria a +5,3%, Campania la peggiore a -2,4%.Nelle città di provincia Udine la migliore a +4,6%, Mantova fanalino di coda a -4,3%.

L’analisi del progressivo anno da gennaio a dicembre 2024 evidenzia una situazione di parità sul 2023, con un mercato che tiene ma debole e stagnante. La crescita pari al +0,6% non porta un reale sostegno ai consumi. Su 12 mesi 7 hanno performato sopra lo zero, ma di poco, soprattutto nel I semestre con febbraio a +0,7% e marzo a +3,9% per effetto del calendario, non sufficienti per risollevare il dato generale. Nel II semestre non sorprende che luglio a -1,8% e agosto a +0,9% abbiano avuto risultati poco soddisfacenti, in quanto legati alla capacità di risparmio degli italiani e al posticipo delle vacanze nel mese di settembre, meno costoso per il portafoglio.

Il bimestre settembre a +4,4% e ottobre a +3,5% ha registrato un aumento che ha fatto sperare in una chiusura d’anno positiva. Ma novembre a +1,5%, nonostante il Black friday, ha frenato la corsa agli acquisti e dicembre, notoriamente il mese più importante dell’anno per i consumi, non ha dato i risultati sperati. Nei settori merceologici la ristorazione chiude l’anno a +1,2%, abbigliamento-accessori a +1,1%. Continua la flessione di altro retail a -1,2%.I canali di vendita mostrano andamenti analoghi al totale mercato. I centri commerciali sono di poco sopra la parità a +1%, le high street in calo al -0,3%, i negozi di prossimità al +0,6%.

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